Via libera per Lula alle prossime presidenziali brasiliane

La notizia è una di quelle che davvero possiamo definire eclatanti, al punto che la situazione politica brasiliana subirà una trasformazione rapidissima contro l’autocrate attualmente al potere: Lula sarà il prossimo candidato e probabilmente presidente del Brasile.

di Marco Marano

Bologna, 9 marzo 2021Edson Fachin, un giudice della Corte Suprema brasiliana ha annullato le condanne, costruite ad hoc, per corruzione nei confronti di Lula, facilitate strumentalmente dall’ex giudice Moro, diventato poi ministro della giustizia del presidente Jair Bolsonaro.

Una macchinazione ben oleata

Moro era il giudice referente del Tribunale Federale della città di Curitiba, che assunse il fascicolo relativamente alle false accuse, montate ad arte proprio da lui, sui fatti di corruzione, nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato. Una Tangentopoli che coinvolgeva la holding petrolifera Petrobras. La Mani pulite brasiliana, che mise sotto inchiesta due terzi del parlamento brasiliano.

L’ accusa centrale contro Lula riguardava una residenza estiva oggetto di corruzione che sarebbe stata data in dono per aver favorito commesse: tutte accuse mai provate da documenti ma semplicemente da testimonianze senza riscontri...

Il giudice Fachin, cancellando le sentenze, ha sostenuto che la competenza era del Tribunale della capitale Brasilia, dove si dovranno ripetere i processi, con le false accuse… In tal senso, i difensori di Lula hanno sottolineato che la loro battaglia giuridica contro l’ultimo pezzo del golpe istituzionale, partito con la defenestrazione di Dilma Rousseff, era giusta, data la richiesta all’Onu sul luogo naturale dove il processo avrebbe dovuto svolgersi.

Il ritorno di Lula

Così, Lula sarà lo sfidante alle presidenziali di Jair Bolsonaro, che proprio grazie a Moro, lo eliminò dalla campagna elettorale del 2018, mentre era in netto vantaggio sull’attuale presidente…

Gli avvocati di Lula hanno potuto sottolineare come le accuse nei procedimenti “non hanno mai indicato alcun rapporto concreto con illeciti avvenuti in Petrobras“, allo stesso modo Lula si è detto certo che riuscirà ad affermare la sua innocenza in tutti i dibattimenti contro di lui.

Ma il ministro Moro, grande manovratore delle accuse contro Lula, come uscirà da questa situazione? Il giudice Fachin in realtà non è entrato dentro i contenuti delle inchieste, e quindi delle manipolazioni, smascherate nel 2019 dal magazine Intercept Brazil, ma solo sulla competenza processuale. Quindi per lui Moro non è perseguibile. Ma c’è chi avanza, dalle pagine del quotidiano Folha de S. Paulo, che la parzialità della condotta dell’allora giudice Sergio Moro, possa essere perseguita dalla Corte Suprema…

Un paese nell’abisso

Intanto Lula rientra nell’arena politica denunciando, con il suo Partito dei Lavoratori (PDT), le gravi responsabilità del presidente Bolsonaro sulla gestione negazionista della pandemia, definendo il presidente “un troglodita”, mettendo in dubbio seriamente le sue facoltà mentali. Il Partito dei Lavoratori ha formalizzato ieri una richiesta al procuratore generale della Repubblica, Augusto Aras, affinché valuti la necessità di vietare al presidente Jair Bolsonaro la sua propaganda contro il distanziamento sociale.

Il PDT ha denunciato la “guida erratica” della pandemia da parte di Bolsonaro, che “ha sprofondato il paese nell’abisso con la sua condotta negazionista e oscurantista a danno della scienza”.

FONTE e Creits Midia Ninja

Immagine in evidenza: Leo Correa / AP

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