Quell’italico indissolubile connubio tra stampa e potere, con amici e nemici a seconda dei casi

Sono più di settanta gli anni che hanno caratterizzato il legame sistemico tra la stampa ed il potere politico italiano. Quella che segue è la sintesi delle fasi e delle questioni relative a questo connubio. Ma è anche l’insieme delle risposte che ci poniamo davanti alle contraddizioni della società italiana, su com’è siamo arrivati a tutto questoIn varie parti del sito è possibile trovare ricostruzioni e documenti

di Marco Marano

Rispondendo ad una logica storicista, abbiamo ricostruito le tappe principali del processo italiano che vede il legame sistemico tra stampa e governi. Un connubio che rappresenta la principale trave del sistema-paese, che si può far partire dal 1947, quando Alcide De Gasperi, in un discorso alla Federazione nazionale della stampa, chiese il “sostegno patriottico” del giornalismo, e gli editori lo diedero volentieri. Effetto bizzarro della storia fu che quel discorso agli editori accadeva mentre la Costituente discuteva proprio di libertà di stampa. Da quel momento, insomma, veniva ribaltato il paradigma della libertà di stampa: a dettare l’agenda dei temi su cui la gente si forma una opinione, sono i giornali, i massmediologi la chiamano “Agenda Setting”. Da quel momento, in Italia, i temi saranno rubricati dalla politica, o per meglio dire dai governi.

Quando parliamo di composizione dell’agenda da parte della politica, parliamo del processo produttivo delle notizie costruito in larga maggioranza sui temi di politica interna, tralasciando il racconto su parti importanti della società e del mondo. Proprio per questo, tradizionalmente le notizie di cronaca estera vengono ignorate o trattate con provincialismo. Oltre alla copertura dei temi di politica interna, il connubbio che venne battezzato misurava il livello di manipolazione delle notizie, in termini direttamente proporzionali alle strategie degli editori, i quali non essendo editori puri hanno sempre avuto altri interessi economici e imprenditoriali da difendere. Nella metà degli anni cinquanta, ad esempio, il caso del quotidiano “il Giorno” è emblematico, poiché Enrico Mattei lo fondò appositamente per difendersi dagli attacchi dei giornali filogovernativi e quindi filoconfindustriali…

In sessant’anni in Italia vi sono stati eventi, singoli eventi, che hanno caratterizzato in termini evolutivi, il connubbio tra stampa e potere politico… I primi due sono stati lo scandalo Montesi, dal 1953 al 1957, ed il Caso Solo, dal 1964 al 1967. Il Caso Moro, risalente al 1978, può essere considerato come la terza tappa. Il quarto evento fu il processo Cusani/Enimont, l’unico vero processo prodotto dall’inchiesta Mani pulite della magistratura milanese: dal 1992 al 1995.

La quinta fase non è rappresentata in realtà da un singolo evento ma da una serie di eventi, con al centro la battaglia politica interna, che attraverso in nuovi media ha generato la cultura diffusa della post-verità. Il principale di questi eventi fu la sindrome dell’invasione dei migranti; ma anche il racconto manipolato delle guerre, dove i buoni e i cattivi diventavano tali in funzione delle strategie politiche. Un esempio quasi tragicamente grottesco è il racconto dalla Striscia di Gaza, quando i cecchini israeliani sparavano sulla gente inerme, durante le manifestazioni pacifiche, e la stampa italiana parlava di “scontri” al confine, così il resoconto dei morti e dei palestinesi feriti veniva fatto risalire all’aggressività di Hamas.

Una tendenza che ha prodotto l’assoluta ridefinizione della realtà con la guerra in Ucraina del 2022, quando Putin è diventato il male assoluto. Il tema è che però egli è stato per decenni amico dell’occidente, stimato come liberale e democratico, anche quando truccava le elezioni, manipolava la Costituzione, avvelenava i nemici, reprimeva e arrestava arbitrariamente le persone che manifestavano in piazza. Era comunque un amico dell’occidente, quindi di quello che succedeva in Russia non si parlava, come non si parlava della guerra in Ucraina iniziata nel 2014. Viene alla mente il film di Salvadores “Mediterraneo”, quando l’aviere racconta dell’otto settembre: “Perché quelli che prima erano amici sono diventati nemici, e quelli che erano nemici sono diventati amici…”

Immagine in evidenza: istituto Luce

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