Superata la politica di aggressione del governo Trump, nei confronti dei palestinesi, il nuovo capo della Casa Bianca, pur avendo annunciato dei cambiamenti, non ha chiarito le sue intenzioni. Ma in campo questa volta c’è una vicepresidente di peso, schierata per la soluzione a due stati, anche se escono fuori ombre sul suo passato filo-israeliano.
di Annalisa Cali’
Catania, 4 marzo 2021 – È passato più di un anno da quando, oramai, l’ex presidente americano Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, hanno firmato il loro “accordo del secolo”. Il piano prevedeva che Israele prendesse il controllo totale sulla vasta rete di insediamenti ebraici nei territori palestinesi. Adesso, però, è tutto nelle mani del quarantaseiesimo presidente degli Stati Uniti Joe Biden. La sua amministrazione ha promesso di correggere alcuni dei difetti dell’approccio di Trump migliorando le relazioni con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), riaprendo il consolato degli Stati Uniti a Gerusalemme est e ripristinando l’assistenza finanziaria all’agenzia UNRWA.
Quale nuovo scenario?
Questa nuova situazione, sarà sicuramente apprezzata dai palestinesi, i quali avevano interrotto già dal 2017 i contatti con l’amministrazione Trump e respinto il piano di pace da lui proposto; meno favorevole, sarà la reazione di Israele, data la grande stima di Netanyahu nei confronti dell’amico Donald.
In realtà non è ben chiara l’idea di Biden riguardo l’interminabile conflitto israelo-palestinese, ma il sostegno incondizionato di Washington a Israele, porta i palestinesi a pagarne un caro prezzo in termini di violazioni dei diritti umani e crimini di guerra. È necessario che gli Stati Uniti si schierino in favore di coloro stanchi di combattere, di coloro che difendono la giustizia per tutti e non per pochi.
“Io sostengo il popolo d’Israele. E su questo non ho dubbi“
Sicuramente più chiara e diretta è, invece, la prospettiva della vicepresidente Kamala Harris. Donna dalla personalità forte e distinta, ha ricoperto diversi ruoli politici, nonché quello di procuratrice generale della California. Ma ben più importante, Harris è stata la prima donna e la prima persona afroamericana e asioamericana ad assumere l’incarico di vice-presidente degli Stati Uniti.
Ha espresso la sua posizione riguardo il dibattito israeliano: “Israele è un amico e alleato fondamentale degli Stati Uniti. Sto dalla parte d’Israele sia per i nostri valori condivisi, che sono fondamentali per entrambe le nostre nazioni, sia perché credo che i legami tra il popolo degli Stati Uniti e il popolo d’Israele siano indissolubili”.
L’ex procuratrice ha poi aggiunto che i palestinesi dovrebbero essere in grado di governarsi nel proprio Stato, fianco a fianco con il popolo israeliano, sostenendo anch’essa, dunque, la soluzione a due stati.
Il verde pubblico israeliano sulle rovine dei villaggi palestinesi
Schierandosi contro il BDS (Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), campagna attutata in opposizione ad Israele, Kamala ha raccontato che da giovane partecipava alle raccolte fondi del Keren Kayemeth,la più antica organizzazione ecologica al mondo che, da oltre un secolo, opera a beneficio dello sviluppo, della bonifica e del rimboschimento dei territori israeliani, per piantare alberi in Israele.
Tuttavia, è bene ricordare che il primo piano per la cancellazione della Palestina dalle mappe geografiche includeva la campagna di riforestazione, pratica che venne messa in atto come simbolo di radicamento e attaccamento degli ebrei alla terra.
Vennero creati parchi, giardini e spazi comuni sulle rovine dei villaggi originari e ciò permise alla memoria ebraica di sovrascrivere quella palestinese che era ormai irrimediabilmente cancellata. Gli autori della diaspora palestinese, proprio per questo, ricorsero al tema della perdita degli alberi1 e degli agrumeti: questa era metaforicamente interpretabile come perdita della loro felicità.
FONTI: Al Jazeera, BBC, NYT, Globalist syndication
Immagine in evidenza: AFP
Credits: AFP, Erin Shaff/The New York Times
1 Si suggerisce la visione di Il giardino di limoni – Lemon Tree, film diretto da Eran Riklis, il quale prende spunto da una vicenda realmente accaduta, e che descrive la battaglia di una donna palestinese, affinché il suo limoneto non venga sradicato.