Analisi storica dell’informazione 1953-1954

La verità può aspettare

La realtà dei fatti nel primo omicidio politico della storia repubblicana italiana

UN VIAGGIO NARRANTE

Quando è nata l’idea di creare un collegamento tra il giornalismo antisistema di Mailer, degli anni cinquanta, e gli accadimenti relativi allo scandalo Montesi, che si sviluppavano negli stessi anni, la stimolazione forte riguardava il continum temporale della caccia alle streghe maccartista nei paesi dove si era insediata l’operazione Stay Behind: Italia e Francia per prime.

Tra Stay Behind e caccia alle streghe

Questo perché le due cose erano l’una la diretta conseguenza dell’altra. In realtà lavorandoci abbiamo capito che era la caccia alle streghe la conseguenza di Stay Behind, e non viceversa. Cioè quello che era avvenuto negli Stati Uniti nella prima fase degli anni cinquanta, in Europa, i servizi americani lo avevano attuato già a guerra finita.

Demagnetizzare il comunismo

Demagnetizzare il comunismo era dunque la mission statunitense all’indomani della seconda guerra mondiale, nel contesto della nuova guerra fredda che si era andata ad affermare attraverso la composizione dei due blocchi, quello americanista e quello sovietico.

Arrivano i demagnetizzatori: gangster, mafiosi e fascisti

L’Italia rappresentava forse la situazione la più delicata, poiché aveva una fortissima radicalizzazione su almeno metà del suo territorio rispetto alle istanze marxiste. La scelta dei servizi a stelle e strisce di costruire accordi segreti o meno con chiunque combattesse il comunismo, dai gangster, ai mafiosi, ai fascisti, divenne prassi.

Difficile demagnetizzare l’Italia

Ma in Italia il peso dei partiti di ispirazione marxista poteva essere combattuto solo con azioni segrete e clandestine, poiché furono proprio quelle forze, gli autori della Costituzione italiana, uscita fuori dai dibattiti dentro il CLN, a ridosso dell’insurrezione del 25 aprile del ’45.

I prodromi del consociativismo

Ma c’era un elemento in più, in Italia. Perché anche dentro il partito della Democrazia cristiana, si era andata a formare la corrente di Iniziativa Democratica che auspicava un incontro con le sinistre d’ispirazione marxista. Il suo leadere era il dossettiano Amintore Fanfani, sensibile alla scuola delle “Cronache sociali”.

Una trama lunga e oscura

L’unione con la sinistra avverrà negli anni sessanta col Psi di Nenni, e stava per accadere negli anni settanta con il fallito compromesso storico del Pci di Berlinguer. In ambe due i casi il grande tessitore fu un certo Aldo Moro…

Un tanfo di paura

Un tanfo di paura è scaturito da ogni poro della vita americana, e noi soffriamo di un esaurimento nervoso collettivo. L’unico coraggio, con rare eccezioni, di cui siamo stati testimoni, è stato il coraggio isolato di persone isolate (…)

Sono uomini che conoscono la nostra condizione collettiva, cioè quella di vivere sotta la minaccia atomica che è minaccia di morte, una morte che può essere più o meno veloce, se si tratta di una guerra. Oppure una morte più o meno lenta se si tratta di conformismo, quando viene soffocato ogni istinto di creazione e di rivolta…

Comunque sempre una morte ad opera dello Stato. Se il destino dell’uomo del ventesimo secolo è di vivere con la morte dall’adolescenza fino alla vecchiaia prematura, bene allora l’unica risposta vitale è quella di accettare i termini della morte, vivere con la morte come pericolo immediato, divorziare dalla società, esistere senza radici, imbarcarsi in un viaggio sconosciuto negli imperativi ribelli del proprio essere…

UN’ARMATA SOLITARIA

Il Generale muoveva la sua armata solitaria, la sua avanguardia, in un mondo soffocato dalla morale di massa che giustificava l’imbarbarimento del modello sociale, attraverso la paura della morte e la sindrome del conformismo. La morte atomica non è soltanto la paura fisica di soccombere, il pericolo immediato, cioè la rappresentazione iconografica della paura che deve giustificare le guerre, ma forse soprattutto rappresenta l’afasia di un’atomizzazione del corpo sociale che il conformismo aveva reso ormai sistema…

APPUNTI DI VIAGGIO

Il nostro è un gioco narrativo, naturalmente, all’interno del quale abbiamo immaginato che il Generale Marijuana (Norman Mailer), diventava come ai tempi del Village Voice, fustigatore delle ipocrisie del tempo. Questa volta però lo ritroviamo ad interessarsi dell’Italia. Il suo interesse è riversato sul più antico caso giudiziario italiano rimasto irrisolto: l’affare Montesi.

Questa è la nuova chiave del Generale Marjuana, che scrive i suoi articoli su come negli anni cinquanta in questo paese il sistema corruttivo si sia impiantato, prevalentemente tra il ’53 ed il ’57.

L’elemento che storicamente lega Norman Mailer all’Italia è un collegamento indiretto ma significativo: Claire Both Luce. Questo perché dal ’53 alla fine del decennio Norman Mailer, con il suo giornalismo d’opinine antisistema, dichiarava guerra a Madison Avenue, la strada della Grande Mela, dove erano concentrate le holding editoriali.

E l’uomo simbolo di Madison Avenue era Hanry Luce il marito di Claire Both Luce, cioè il potentissimo editore di Life e Fortune, promotore della caccia alle streghe e delle campagne di “demagnetizzazione” del comunismo in Europa, avviata da Truman prima ma diventata sistema con Eisenhower e Nixon.

Nel marzo del 1953, Eisenhower nomina Claire Both Luce ambasciatrice in Italia. Le sue consegne erano quelle di tamponare, dentro e fuori il sistema democristiano, l’avanzata dei comunisti e di quelli che ne sostengono una possibile interazione.

Le operazioni di demagnetizzazione di Claire Both Luce erano supportate dalla Cia, operativa in Italia quando ancora si chiamava Oss, iniziando a strutturare il programma spionistico Stay Behind, immediatamente dopo la fine della II guerra mondiale. Infatti, l’ultimo atto della Luce fu nel 1956, prima di andare via, il protocollo Gladio tra la Cia e il Sifar, cioè l’istituzionalizzazione segreta di Stay Behind.

L’affare Montesi rappresenterà una debacle per Claire Both Luce, poiché già dal settembre del 1954, i vertici della democrazia cristiana, legati a Stay Behind, a causa dello scandalo, verranno decimati. In Italia il potere andrà nelle mani della corrente di Iniziativa Democratica guidata da Amintore Fanfani, disponibile al dialogo con le sinistre marxiste…

Bentornato Generale Marijuana…

Un modello esplicativo dei fatti storici

Quello che stiamo per intraprendere è un viaggio nelle acque della narrazione, all’interno del quale abbiamo immaginato che il Generale Marijuana (Norman Mailer) ritornasse in quei primi anni cinquanta, come ai tempi di Dissent e The Village Voice.

Un racconto diverso

Abbiamo immaginato che il Generale scrivesse al tempo presente, tra il ’53 ed il ’54, riportando “notizie di prima mano”, che in realtà sono la lettura di quei fatti, ma soprattutto di quel contesto, con il senno di poi, cioè con la conoscenza di quei fatti dopo decenni di pubblicistica su quel tempo storico… Così, cose che allora non solo non avevano senso nell’interpretazione comune, ma che non potevano minimanente essere decodificate, poiché secretate all’opinione pubblica, costituiscono lo scenario, “portato alla luce del sole”, dove si incardinano i fatti dello scandalo Montesi. In questo modo si sviluppa un intreccio narrativo, che da fiato ad un racconto diverso della prima grande trama mediatica italiana, rispetto a come è stata sempre raccontata.

L’aspetto più interessante, dal punto di vista giornalistico, è che una volta incardinati tutti i fatti salienti dello scandalo Montesi, ripresi dalla quotidianità di quei mesi e messi dentro lo “scenario col senno di poi” , la “verità nascosta” è venuta fuori da sola, senza bisogno di nessun tipo di forzatura o speculazione intellettuale…

Tra racconto e modelli simbolici

L’idea di poter raccontare una storia italiana, come quella dello scandalo Montesi, volutamente rimasta coperta da un’alone di mistero, non poteva che essere condotta con uno sguardo distaccato, appassionato, irriverente e soprattutto amaro come solo lui sapeva essere. Così, ci siamo travestiti da Generale Marijuana e abbiamo messo in fila gli indizi inequivocabili, con gli occhi dell’oggi, attraverso una ricostruzione dei quotidiani di allora.

La nostra metodologia del racconto

In questo gioco della fantasia abbiamo costruito una sorta di messa in scena al di là del tempo e dello spazio, orientando un escamotage narratologico verso quegli indizi, che a quel tempo era impensabile poterli determinare, ma che oggi sono estremamente chiari poiché in settantanni lungamente indagati e conosciuti, come, appunto, la figura di Lucky Luciano… In tal modo, ci siamo appropriati della dimensione simbolica del Generale Marijuana, che scrive in quei mesi tra marzo del ’53 e ottobre del ’54.

Le rivelazioni che fa, insieme al suo alterego italiano, sono in sostanza il prodotto della lettura di quei fatti con gli occhi di oggi, incrociati sia dal generale al particolare che viceversa. Mettendo, dunque, in fila quelli che agli occhi di oggi sono fatti incontrovertibili, è bastato incrociare a questi fatti gli indizi usciti fuori dalla lettura delle pagine dei quotidiani nei suddetti mesi.

A tal punto abbiamo ritenuto intrigante leggerli sotto forma di scoop, ecco l’escamotage narratologico: grazie a suggestive fonti dei servizi, come in un’ambientazione noire, viene messo tutto nero su bianco, attraverso il disincanto e l’irriverenza di un intellettuale comunista e antagonista che, negli anni cinquanta, aveva dichiarato guerra al sistema di potere americano, e di un giovane cronista italiano, che nel concetto di verità costruirà la sua esistenza…

La verità sta nel contesto

Abbiamo poi contestualizzato fatti storici e indizi, mettendoli in collegamento gli uni con gli altri… Occorre sottolineare che per spiegare lo scandalo Montesi necessità una lettura degli accadimenti storici che parte dagli anni della liberazione dal nazifascismo.

I personaggi incontrati sono l’espressione del sistema di potere che in Italia si è andato a costruire proprio sulle macerie della seconda guerra mondiale.

Lo scambio delle parti

E’ il momento in cui, in seguito alla pacificazione tra le parti, firmata dal ministro della giustizia Palmiro Togliatti, nemici e amici quelle parti se le sono scambiate, volenti o nolenti… Una volta restituita al paese la libertà dal giogo fascista, infatti, le parti che contribuirono alla liberazione, cioè i partiti di matrice marxista, tra gli estensori di una delle carte costutuzionali più avanzate della storia contemporanea, verranno stigmatizzati come minaccia per la democrazia.

Le parti invece che avevano perso la guerra, cioè gerarchi, militari, spie, vennero messi in molti posti di comando, ma anche nei corpi intermedi, di questure e prefetture, proprio per arginare l’affermazione delle sinistre nella società. Per non parlare dell’intero sistema militare, compresa la nascitura intelligence chiamata Sifar, che fu il prodotto di una ”transumanza“ da un sistema politico all’altro.

Le maschere 

I personaggi della vicenda Montesi erano proprio il prodotto di questa transumanza, a cui si aggregavano laici legati al Vaticano da vincoli di affiliazione familiare e funzionale. Tutti insieme rappresentavano l’alta società romana dell’inizio degli anni cinquanta. Era insomma il sostrato del nascituro sistema di potere a guida americana di cui Alcide De Gasperi era il legale rappresentante, ma da cui,  prima di morire, in qualche modo, ne prese le distanze … Un sistema che produsse la formalizzazione di un “Doppio Stato” nascosto.

Ma c’è un’altra ragione che colloca l’affare Montesi ancora prima della fine della guerra, e cioè il ruolo giocato da Lucky Luciano in Italia nel dopoguerra, lasciato indisturbato a costruire il primo sistema di traffico degli stupefacenti, cosa che in poco più di dieci anni portò alla nascita della moderna Cosa nostra…

La verità può aspettare

L’analisi in progress