di Marco Marano
Polizia civile e militare impegnate a fare pulizia interna, dietro le sollecitazioni del pubblico ministero che si occupa del caso: la milizia di Rio, protetta dalle forze dell’ordine, è nel mirino degli inquirenti.
Bologna, 31 gennaio 2020 – L’Operazione intoccabili era partita lo scorso anno, nel gennaio 2019, quando tutti gli indizi e le prove sull’assassinio di Marielle Franco e del suo autista, portavano proprio dentro la polizia militare, a cui aveva appartenuto quello che è ritenuto l’esecutore dei due assassinii: Ronnie Lessa, uomo vicino alla famiglia dell’attuale presidente del Brasile Bolsonaro. In quella occasione 13 persone vennero denunciate per il coinvolgimento in una di milizia interna alla polizia, guidata da Dalmir Pereira Barbosa, Paulo Eduardo da Silva Azevedo ed Epaminondas Queiroz de Medeiros Júnior , conosciuto come il “Capitão Queiroz”.
Quella milizia interna alle forze dell’ordine di Rio
Ieri è scattata l’Operazione intoccabili 2, attraverso cui sono state arrestate altre 33 persone sospettate nel coinvolgimento della milizia “parapoliziesca” che operava nell’area ovest di Rio de Janeiro. Tra gli arrestati ci sono stati tre poliziotti civili e cinque militari, un mandato d’arresto non è stato eseguito, mentre le segnalazioni sono state relative al ruolo di 45 persone in tutto.
La Procura della Repubblica di Rio de Janeiro ha posto sotto la lente d’ingrandimento la posizione di un ufficiale della polizia militare, attuando misure precauzionali: sospensione dalle funzioni, ritiro dell’arma in dotazione, detenzione preventiva. Si chiama Jorge Luiz Camilo Alves ed è il capo XVI dipartimento Barra da Tijuca. Dalle intercettazioni telefoniche sono stati accertati i rapporti di vicinanza e sodalizio con Ronnie Lessa, il quale si riferiva a lui come “Amigo da 16”.
Le pratiche della milizia di Rio
La milizia di Rio era praticamente un organismo paramilitare che dal 2014 utilizzava il sostegno della polizia civile e militare, sia in termini di informazioni che di cordone protettivo, per le loro azioni criminali. La sequenza dei crimini commessi da questi “banditi istituzionali” era impressionante: occupazione illegale di spazi edilizi, costruzione, vendita e locazione di proprietà speculative, possesso e uso illegale di armi da fuoco, estorsione ai commercianti, occultamento di beni acquisiti con attività illecite, pagamento di tangenti agli agenti di polizia, strozzinaggio, speculazioni sulla gestione di acqua ed energia relativamente ad immobili costruiti illegalmente.
Nel ricordo di Marielle
Ma le novità su Marielle Franco non sono solo legate all’inchiesta giudiziaria sul suo omicidio, ma anche ai luoghi che sempre di più portano il suo nome.
Così, il sindaco di San Paolo, Bruno Covas, ha licenziato una ordinanza che battezza Praça Marielle Franco, a Brasilândia, un quartiere nella parte settentrionale della capitale. Una proposta sottoscritta non solo dai rappresentanti delle forze di sinistra ma anche di centro e persino di destra.
Se sembra che ci siano già, in Brasile e nel mondo, circa 150 luoghi intitolati alla consigliera di Rio, vedi a Parigi le jardin Marielle Franco, non sempre però intelligenza e malafede possono coesistere. Ecco che la settimana scorsa il governatore del Distretto Federale, Ibaneis Rocha, lo stato dove vi è la capitale Brasilia, usciva con una iniziativa in controtendenza…
Veniva posto il veto alla creazione di una piazza Marielle Franco, sbandierando il concetto di “interesse pubblico”, all’interno di una motivazione delirante: “Nonostante sia a conoscenza dei servizi estremamente rilevanti forniti dalla consigliera Marielle Franco alle comunità della città di Rio de Janeiro, non esiste alcuna relazione tra il nome della consigliera e il Distretto federale per giustificare la denominazione”.
FONTE: Revista Forum
Immagine in evidenza: Guilherme Cunha/Aler
Credits: Agencia O Globo, Reuters, Afp , Reuters