di Marco Marano
E’ scontro istituzionale tra la Corte Costituzionale ed il presidente Morales: il primo censura l’operato del secondo sull’accordo in discussione con Washington, per dichiarare il paese “sicuro”, mentre il governo, ossequioso della Casa Bianca, protesta contro gli alti magistrati.
Bologna, 24 luglio 2019 – La querelle istituzionale in Guatemala entra nel vivo, con le dichiarazioni al vetriolo, succedutesi ieri, del presidente Jimmy Morales, contro la Corte Costituzionale e la difesa di questa dalle ingerenze politiche interne ed esterne. Uno scontro tipico delle post-democrazie del nostro tempo che, a partire dall’Italia, vedono bypassare le regole costituzionali agli interessi elettorali di questo o quel leader di turno.
Il ribaltamento dei significati nelle post-democrazie
Ma partiamo dall’inizio. L’ingarbugliata situazione guatemalteca è stata imbastita proprio da quella che Trump sta cercando di trasformare, con tutte le sue forze, proprio in post-democrazia: gli Usa.
Dopo la caccia al milione di migranti avviata un paio di settimane fa in alcune città nord americane, la strategia di Trump sui migranti ha aggiunto, a distanza di pochi giorni, un altro tassello.
In breve, secondo un’ordinanza dell’inquilino della Casa Bianca, che a detta di tutti i giuristi, avrebbe forti elementi di incostituzionalità, chi arriva negli States, passando da un’altro Stato, cioè il Messico, non può chiedere l’asilo politico. Naturalmente il messaggio è indirizzato ai cittadini dei tre paesi frontalieri con il Messico, da cui migliaia di persone fuggono: Honduras, El Salvador e Guatermala.
A tal punto la “delirante fantasia” di Trump ha concepito un altro mostro politico, cioè quello di imporre a questi paesi, da cui le persone scappano, di dichiararsi “paesi terzi sicuri”, in modo tale da accogliere le richieste di asilo per impedire che i fuggiaschi arrivino negli States.
Il gioco delle tre carte con i paesi ossequiosi
Per sintetizzare: un salvadoregno che scappa da un paese dove i territori sono governati dalle gang, che ai semplici cittadini impongono il pizzo anche per respirare, pena la morte, va a richiedere asilo al Guatemala… Vediamo come Amnesty International descrive il paese: “Nel 2018, l’Ufficio dell’Alto Commissario per i Rifugiati ha pubblicato una guida per le persone che cercano protezione in Guatemala e mostra l’esistenza di gruppi illegali e di apparati clandestini di sicurezza, e l’esistenza di bande che operano in Guatemala con molte impunità (…) Ci sono luoghi che continuano ad essere molto violenti e in cui continua ad esserci un alto tasso di omicidi. Il rapporto dell’Alto commissario per i rifugiati indica Città del Guatemala, Mixco, Villa Nueva con alta persistenza di omicidi e alta presenza di bande”.
Una strategia, quella di Trump che è più simile al gioco delle tre carte che ad una politica, anche repressiva, sui migranti. Ora, per imporre questa sua “politica”, sta cercando di firmare accordi bilaterali con questi singoli paesi, compreso il Messico. Considerato che tutti i loro governi sono pressappoco ossequiosi verso l’uomo forte di Washington, per non avere problemi Trump, sta usando il suo solito ricatto di inasprire dazi o togliere finanziamenti, se questa storia dei paesi sicuri non venisse accolta.
Ricatti, reverenze e crudeltà
Nei confronti del Guatemala si è riservato di “daziare” le rimesse che i cittadini guatemaltechi inviano dagli Stati Uniti ai loro familiari. Oppure di fermare il progetto di visti per lavoro agricolo. Naturalmente il presidente Morales, dopo annunci in grande stile, si stava accingendo a firmare questo accordo, ma la Corte Costituzionale lo ha censurato, segnalando che gli accordi bilaterali, secondo il l’articolo 171 del dettato costituzionale, devono essere ratificati dal Parlamento, prima di essere sottoscritti.
Per tutta risposta, il presidente Moreno ha accusato la Consulta con frasi così fuori contesto da superare in surrealismo perfino il ministro degli interni italiano: “ci sono persone interessate alla destabilizzazione del paese (…) La risoluzione della Corte Costituzionale non è supportata dalla legge (…) Così facendo viene danneggiata la politica estera del paese”.
La risposta della Corte Costituzionale: “C’è confusione di alcuni attori in merito alle funzioni e alle responsabilità della Corte Costituzionale, rispetto alle dichiarazioni emesse contro le risoluzioni di questa Corte (…) Questa Corte respinge energicamente espressioni infondate e ribadisce che il suo unico impegno è la difesa dell’ordine costituzionale (…) Per motivi di cittadinanza e nell’attuale congiuntura, esortiamo tutti i funzionari pubblici ad assumersi le proprie responsabilità, in conformità con la Costituzione e le altre leggi della Repubblica “.
FONTI Prensa Libre, La Hora
Immagine in evidenza Carlos Hernández
Credit AFP, Hemeroteca PL, Prensa Libre_EFE
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