di Marco Marano
Le violente proteste del popolo di Puerto Rico hanno indotto il discusso governatore, dopo le ultime vicende relative alle intercettazioni su Telegram, ad annunciare le proprie dimissioni.
Bologna, 25 luglio 2919 – La crisi di Puerto Rico, soprannominata “Chatgate”, trova una svolta nelle annunciate, per il 2 agosto, dimissioni del Governatore Ricardo Rossello, dopo le rivelazioni di sabato scorso del Center for Investigative Journalism, che ha pubblicato una serie di oscenità scambiate con alti funzionari governativi sulla piattaforma Telegram contro avversari politici e artisti. Parole come pietre che hanno indotto un milione di persone a scendere in piazza e chiedere la testa del giovane uomo politico democratico.
In realtà le proteste sono iniziate già da settimane, negli ultimi giorni hanno avuto solo il loro apice, poiché il livello di corruzione della Giunta si è palesato in modo inequivocabile con l’arresto di Julia Keleher ex segretario all’istruzione, e Angela Avila Marrero, ex direttore esecutivo dell’Amministrazione delle assicurazioni sanitarie di Puerto Rico, di aver fatto transitare illegalmente circa 15,5 milioni di dollari ad appaltatori non qualificati e politicamente vicini.
Così come sembra si siano volatilizzati i soldi stanziati dopo il disastro dell’uragano Marie, che ha causato 4500 morti nel 2017. Per non parlare di quei 70.000 milioni di dollari che nel 2015 il governo ha dichiarato essere il debito pubblico.
L’azione del governatore tra insulti e corruzione
Vi sono 899 pagine di messaggi sconci, scambiati tra il giovane governatore di quarant’anni e alcuni funzionari della Giunta di Puerto Rico. Messaggi, violenti, omofobi e che segnalano anche evidenti atti di corruzione: da un lato le risa su un possibile assassinio del sindaco di San Juan e della candidata governativa Carmen Yulín Cruz, dall’altro il governatore arriva a dare della puttana all’ex presidente del Consiglio di New York Melissa Mark-Viverito. E poi gli insulti al cantate Richy Martin. Ma la cosa ancora più pesante riguarda lo scambio di informazioni riservate su contratti e operazioni governative, per favorire alcune aziende private. Dulcis in fundo vi è la sottolinatura del Governatore circa i fondi destinati alla ricostruzione a causa dell’uragano Marie, fatti arrivare ad avvocati e consulenti “amici degli amici”.
L’ex presidente del consiglio comunale di New York Melissa Mark-Viverito, definita “a puta” dal governatore, ha così commentato: “Una persona che usa quel linguaggio contro una donna, che sia un personaggio pubblico o meno, non dovrebbe governare Puerto Rico (…) Questo tipo di comportamento è completamente inaccettabile”.
Una primavera latino-americana
Le proteste, che hanno persino indotto molti cittadini residenti negli Stati Uniti a rientrare per unirsi ai contestatori, si sono ampliate di giorno in giorno da sabato scorso. La tensione si è alzata lunedì quando un gruppo di cittadini inferociti si sono diretti verso la residenza del governatore intenzionati ad assaltarla. Poi alla notizia delle dimissioni dell’odiato governatore la gente è esplosa in un moto di gioia che ha contaminato l’intero paese.
C’è chi ha parlato di una sorta di “primavera araba”; chi ha messo in guardia sui bisogni della gente, che, dalla salute all’istruzione, vengano garantiti; chi ancora parla di un nuovo capitolo della storia del paese. Se dunque la fiducia nel futuro è tanta, si prospetta un cambio della guardia che non rassicura tutti, questo perché il governatore ha annunciato il nome del suo successore. Si tratta di Wanda Vazquez, segretario alla giustizia, che gli succederà temporaneamente, donna strettamente legata al sistema di potere corrotto costruito da leader dimissionario.
FONTI Al Jazeera, La Jornada, La Hora, Prensa Libre, Intercept
Immagine in evidenza Joe Raedle _Getty Images
Credit Getty Image, AFP, Reuters