Usa: inizia il programma di deportazione per un milione di immigrati

di Marco Marano 

L’amministrazione Trump avvierà domenica prossima il piano di deportazione di massa. Intanto in Messico le autorità competenti preparano un meeting per fare il punto sull’accordo con gli Usa, mentre il Guatemala chiede visti umanitari per i propri cittadini.

Nell'immagine del 23 aprile_gli attivisti protestano a favore dei diritti degli immigrati_ fuori dalla Corte Suprema a Washington_Foto apBologna, 12 luglio 2019 – L’agenzia per l’Immigrazione e il controllo doganale degli Stati Uniti (ICE) si appresta per domenica prossima ad avviare il programma di deportazione di un milione di immigrati, secondo quanto annunciato in giugno dal presidente a stelle e strisce. Il piano era stato fermato dalla stessa ICE, per le resistenze dei funzionari. Ma essendoci già gli ordini firmati dai tribunali, ciò consente di accelerare le deportazioni.

Esistono due grandi criticità per attivare questa operazione, segnalate da Ken Cuccinelli, il direttore ad interim dell’Ufficio per la cittadinanza e i servizi di immigrazione alla Casa Bianca, il quale ha espressamente dichiarato che non esistono risorse umane e capacità logistiche per eseguire un numero così alto di deportazioni.

Deportazione subito! Ma come fare?

Un agente per l'immigrazione e le dogane in quanto le deportazioni erano in corso a novembre a Houston_credito David J Phillip _ Associated PressSe l’obiettivo del governo americano, secondo i funzionari intervistati dal New York Times, è quello di affermare una politica di deterrenza per scoraggiare l’avvicinamento al confine messicano delle famiglie che vogliono arrivare negli Usa, la maggior parte delle persone che subiscono l’ordine giudiziario di espulsione vivono negli Stati Uniti da decenni, dove hanno formato famiglie i cui figli non hanno mai visto il paese d’origine dei genitori.

Il dramma che le famiglie da deportare stanno vivendo in queste ore è provato dal fatto che molte comunità e associazioni statunitensi, spaventate dai possibili abusi che le persone possono subire, stanno distribuendo manuali con le istruzioni su come comportarsi nei confronti degli agenti in relazione ai loro diritti.

Pericolo abusi nei lager del Texas

e527d91_XmNIZYz7ZhJ-C_MROUocsreOAnche perché la deportazione per essere attuata richiede l’arresto delle persone nei centri di detenzione del Texas, che sono dei veri e propri lager, come sottolineato nella audizione dei rappresentati democratici al Congresso, gli stessi che visitando questi luoghi hanno denunciato persino la condotta delle guardie carcerarie.

Ma un milione di persone è impossibile detenerli tutti in queste galere, per cui sembra che verranno mobilitati anche degli alberghi fino alla preparazione dei documenti di viaggio. Ecco perché non è possibile prevedere sia le modalità di raccolta delle persone che i tempi per eseguire tutti i provvedimenti giudiziari.

Il sostegno messicano al governo Usa

Elementi della Guardia Nazionale_ PF e INM sorvegliano la vicinanza del fiume Suchiate a Tapachula_Chiapas_ il 10 luglio 2019_Foto Alfredo Domínguez“La questione della migrazione è fondamentale nelle relazioni e nella cooperazione con il vicino paese del nord, che ha un problema brutale al confine meridionale”. Sono le parole del Segretario degli Interni del Messico Olga Sánchez Cordero, nell’annunciare il meeting che si terrà nel fine settimana, in contemporanea con le deportazioni di massa, a Tuxtla Gutiérrez Chiapas. Lì s’incontreranno i membri del Gabinetto di sicurezza, la Guardia nazionale e sette governatori per monitorare la situazione all’indomani dell’accordo del 7 giugno scorso con gli Stati Uniti. Olga Sánchez Cordero: “Non possiamo fare un bilancio se non analizziamo i problemi che stiamo affrontando nel sud e nel nord del paese”.

Le proteste del Guatemala

Il consolato del Guatemala difende i migranti che sono stati detenuti dal territorio messicano_Foto Alfredo Domínguez _ArchivioIn questo tormentato scenario si aggiunge la richiesta del Guatemala, uno dei tre paesi da cui fuggono i migranti, insieme a Honduras e Salvador, proprio al Messico, di riconoscere a 87 loro cittadini il visto per motivi umanitari. Questi sono stati arrestati dalla polizia della città di Palenque, senza che i provvedimenti venissero comunicati alla sede consolare guatemalteca.  Così, Ranger Morales, Console di Comitan, in Chapas, ha spiegato che i suoi concittadini si sono dichiarati vittime della criminalità messicana, che prima ha organizzato il passaggio al confine e poi li ha consegnati alla polizia.

Ranger Morales: “Sono stati violati i protocolli diplomatici, poiché l’autorità non ha notificato l’arresto a questa missione consolare, nei tempi e modalità appropriati, in modo che i cittadini guatemaltechi potessero ricevere la protezione consolare corrispondente”.

FONTI: AP, La Jornada, New York Times

Immagine in evidenza: AFP

Credit: AP, Alfredo Domínguez

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