La resistenza degli artisti brasiliani per la liberazione di Lula

di Marco Marano

In evidenza 1Si è svolto a San Paolo il Festival Lula Livre, promosso da un manifesto d’intenti attraverso cui decine di musicisti brasiliani hanno dato il loro contributo per tenere alta l’attenzione su uno dei casi più sconcertanti usciti fuori dal golpe istituzionale.

Bologna 4 giugno 2019 – “Lula è vittima di un processo falso, di una disposizione illegale di interessi. Una farsa, sullo sfondo di un appartamento inedito, senza le chiavi, che non è mai appartenuto a lui e dove non ha trascorso una sola notte. Una condanna senza prove, fatta per soddisfare i desideri di coloro che vogliono strappare i loro diritti”.

Da questo breve passo tratto da il “Manifesto Il Suono della Libertà” si evince come gli effetti del golpe istituzionale brasiliano, che hanno prodotto l’arresto del presidente più amato, mediante capi d’accusa totalmente inventati e costruiti ad hoc, hanno determinato la nascita di una resistenza civile che riesce a farsi sentire in tutto il mondo, la stessa che ha chiesto il nobel per la pace per Lula.

Una festa per la democrazia scippata

61617837_2304952389573748_167825254385713152_nCosì, dopo 14 mesi di reclusione dell’ex presidente, nella città di São Paulo, si è svolta domenica  2 giugno una nuova edizione del “Festival  Lula Livre”, in difesa della libertà, della giustizia e della democrazia. Una vasta quantità di artisti brasiliani si sono dati appuntamento per le 14 in Praça da República.

L’evento, organizzato proprio dai tanti musicisti che hanno aderito al Manifesto, come BaianaSystem, Emicida, Rael, Criolo, Zumbi Nation, Tulipa, Fernanda Takai e molti altri, ha voluto riassumere i sentimenti dell’area democratica del paese.

C’erano circa 80.000 mila persone in Praça da República: otto ore di musica per una domenica di festa, hanno coperto di suoni il cielo di San Paolo. Dal rock al samba, dal rap al funky, per concludere con i suoni del nord-est…

La nascita di un nuovo blocco sociale

62135948_2304611136274540_9042578188848332800_nDal portale di informazioni Revista Forum, riportiamo alcune dichiarazioni… Come quella di Daniel Ganjaman, musicista e produttore: “Da quando il presidente Lula è stato arrestato ho capito che la lotta per la libertà dovrebbe essere nell’agenda centrale per tutti progressisti in avanti (…)   La nostra idea è di creare un blocco unificato per richiamare l’attenzione sull’urgenza di questa causa e dimostrare la nostra posizione nel modo più legittimo: suonare e cantare per la libertà del più amato presidente della storia brasiliana.”

61659410_2304611022941218_7616195287576477696_nMichelle Abu, uno dei direttori musicali: “l’arte e la cultura hanno il potere di fornire pensieri e riflessioni su una società, la politica e le loro relazioni. Questo festival rappresenta l’urgente necessità di cambiare questo percorso distruttivo che il Brasile si trova “.

La chiave di lettura del nostro mondo

61828097_2304610946274559_7470472845429047296_n“Sai quel nodo alla gola che senti con il bombardamento quotidiano dei problemi, quella sensazione di camminare all’indietro mentre i disoccupati, i senzatetto, i senza cibo crescono intorno a te? L’angoscia di immaginare che presto vogliono unirsi al tram dei senza diritti, i pensionati, gli universitari, chi non ha voce? (…) L’arresto di Lula è un simbolo della nostra regressione. Abbiamo trasformato il paese in cui il lavoro non ha più regolamentazione, il salario minimo è diventato leggenda e l’unica libertà che esiste è l’aumento del nostro sfruttamento (…) Hanno arrestato Lula per aumentare la repressione al popolo, per imporre con più forza la legge del proiettile contro i poveri, i neri, i lavoratori, mentre i milionari diventano ancora più milionari”.

 

FONTI: Revista Forum,

Immagine in evidenza: Facebook

Credit: Facebook

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