di Marco Marano
Anche in Honduras, dopo le cronache che abbiamo seguito in Brasile, Cile, Colombia e Bolivia, l’establishment autoritario del paese, governato, da Juan Orlando Hernandez, mette sotto attacco le comunità indigene per sottrargli le terre ancestrali, allo scopo di sfruttare le risorse naturali.
Bologna, 28 luglio 2020 – Quella che questa volta è stata presa di mira è la comunità Garifuna, presso Triunfo de la Cruz, a circa 220 km a nord della capitale Tegucigalpa, sulla costa del Mar dei Caraibi. Sabato scorso, sono stati prelevati nelle loro abitazioni, da uomini della Direzione investigativa della polizia, quattro persone, attivisti della comunità Garifuna: Sneider Centeno, presidente del “Patronato de la comunidad“, membro della “Organización Fraternal Negra de Honduras“(OFRANEH), Milton Martínez, Suany Álvarez e Gerardo Mizael Rochez del “Comité de Tierras de la comunidad“, questi ultimi operano presso i centri di Tela e Atlántida.
I portavoce dell’OFRANEH, hanno denunciato l’accaduto, chiedendo subito il rilascio dei quattro attivisti, e martedì scorso hanno presentato un Habeas Corpus presso il Tribunale di primo grado di Atlántida. Con le loro dichiarazioni hanno segnalato che alla base di questi arresti vi è la volontà di tenere sotto scacco la comunità per espropriare le loro terre e venderle ad imprenditori compiacenti, al fine di sfruttarne le risorse naturali…
Una storia che parte da lontano
La dirigente garífuna Miriam Miranda: “I nostri problemi non iniziano con i rapimenti di Triunfo de la Cruz, poiché abbiamo dovuto affrontare problemi simili a Barra Vieja e San Juan (…) Per due decenni, uomini d’affari, trafficanti di droga e palme hanno iniziato a terrorizzare la comunità di Garifuna di Triunfo de la Cruz”.
Il caso dell’omicidio di Berta Caceres, barbaramente assassinata il 3 marzo del 2016, rimane paradigmatico per comprendere gli appetiti sulle terre ancestrali. Era un’attivista dei diritti civili che si batteva contro la deforestazione e gli investimenti delle holding, sorrette dal governo di Hernandez, legato a doppio filo anche con i cartelli della droga.
Il doppio gioco
Infatti, l’aspetto ancora più drammatico di questa situazione, rivelata da Miranda, è il doppio gioco assunto dalle autorità costituite, che formalmente hanno arrestato a Tela un uomo, di cui è stato solo lasciato trapelare il soprannome, “Gringo”, fatto strano, per un organo di polizia. L’uomo era in possesso di tre armi da fuoco, secondo il Capo di quella direzione investigativa, che grottescamente, sarebbe l’organo che ha sequestrato i quattro attivisti. “Non abbiamo alcuna relazione ufficiale – sottolinea Miranda – da parte dello Stato oltre a quanto affermato dai media o dalle dichiarazioni del Segretariato per la sicurezza”.
Le proteste della comunità
I membri Garifuna delle comunità di Travesía e Bajamar hanno organizzato una manifestazione sabato prossimo per chiedere il rilascio dei quattro leader della comunità. Un portavoce di Bajamar: “Abbiamo deciso di incontrarci qui come popolo per raccogliere canzoni ed eseguire uno dei nostri riti famosi quando affrontiamo situazioni come queste”.
FONTE: Telesur
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