Violenze nelle strade honduregne, contro il presidente corruttore

di Marco Marano

Continuano gli scontri nelle strade tra la polizia ed il popolo che non smette di manifestare la propria rabbia contro il presidente, legato ai cartelli della droga: tutti chiedono le sue dimissioni, comprese le oligarchie a lui vicine.

Honduras ProtestsBologna, 25 ottobre 2019 – Le proteste, nella capitale dell’Honduras Tegucigalpa, continuano ormai da settimane, ma negli ultimi giorni, e soprattutto ieri, sono state oggetto di una violenta repressione da parte della polizia, che ha usato i gas lacrimogeni per disperdere la folla. Questo ha fatto si che i manifestanti inscenassero una vera e propria azione di guerriglia spontanea, con l’uso dei pneumatici bruciati, e varie vetrine dei negozi del centro distrutte.

Il risveglio dei popoli latinoamericani

Honduras ProtestsCome in Ecuador e in Cile i popoli latinoamericani stanno alzando la testa di fronte ai governi corrotti e neoliberisti che strategicamente tolgono risorse e diritti ai popoli per farli confluire nelle proprie tasche e in quelle delle consorterie economico-finanziarie.

Nel caso dell’Honduras, il presidente Juan Orlando Hernández, è portatore di un elemento in più rispetto agli altri leader di quell’area: il legame diretto con il narcotraffico.

Le testimonianze dei trafficanti

Honduras ProtestsIl fratello minore di Hernández, proprio in questo mese di ottobre è stato condannato per traffico di droga da un tribunale di New York. Nel processo i testimoni hanno tirato in ballo anche il presidente honduregno. Alcuni trafficanti hanno dichiarato nelle loro testimonianze di aver contribuito con un milione e mezzo di dollari ad una campagna elettorale del presidente in cambio della sua protezione.

L’indagine della Procura federale di New York, che ha coinvolto il fratello, Juan Antonio (Tony) Hernández, per aver importato tonnellate di cocaina negli Stati Uniti tra il 2004 e il 2016, ha riguardato la condotta del presidente honduregno. Nella campagna elettorale del 2013 ha usato quel milione e mezzo di dollari, forniti dal clan del fratello, per corrompere le amministrazioni locali.

Scaricato dai suoi “compari”

Honduras ProtestsL’opposizione politica ha intrapreso una campagna di disobbedienza civile fino alle dimissioni di Hernández, annunciando uno sciopero nazionale, di cui però non è stata individuata ancora una data.

Ma gli elementi ancora più significativi del momento storico che sta attraversando l’Honduras, sono le posizioni avverse al presidente da parte di vari personaggi legati all’establishment a lui vicino.

Interessanti a tal proposito sono le dichiarazioni di un vecchio militare golpista, che partecipò nel 2009 alla defenestrazione del presidente democraticamente eletto Manuel Zelaya: da quel momento si approprio della carica presidenziale, grazie all’apporto degli Stati Uniti.

Oggi, uno dei suoi generali di allora,  Romeo Vásquez, ha esplicitamente affermato: “Le istituzioni honduregne non funzionano (…) Ecco perché è ora di cambiare la direzione del Paese”.

Sembra chiaro che per Hernández il futuro sia segnato.

FONTE: La Hora

Immagine in evidenza e credits: La Hora/ AP Photo / Elmer Martínez

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