di Marco Marano
Il parlamento turco ratifica l’accordo economico-militare tra la Turchia e la Libia del Governo di Accordo Nazionale: truppe per un anno a supporto della guerra civile, che Serraj sta combattendo contro il generale Haftar, e gestione dell’area adiacente a Cipro per l’estrazione delle risorse naturali. Il dittatore egiziano al-Sisi, infuriato, visto che Haftar è un suo protetto e ha grossi interessi nell’area. L’Unione europea, a suo modo, accusa di scorrettezza il “sultano” turco, in questo grottesco affresco di amici e nemici che si cambiano di casacca a seconda degli eventi.
Bologna, 2 gennaio 2020 – Le autorità turche lo hanno dichiarato in modo netto e senza ambiguità ieri alle agenzie turche, riportate dai media libici vicini al regime di Tripoli, attraverso la voce del vicepresidente Fuat Oktay, che, “annunciando” il voto positivo del parlamento di oggi, un proforma naturalmente, sottolineava gli scopi di questa “santa alleanza” all’insegna della vicinanza ai Frateli musulmani.
Le solite intimidazioni del “sultano” turco
Fuat Oktay ha praticamente detto che l’obiettivo dell’accordo di novembre, annunciato in pompa magna ad inizio dicembre, attivato dal voto parlamentare di oggi, tra la Turchia e la Libia, è quello di assumere un ruolo di primo piano sul Mediterraneo, poiché l’obiettivo del suo paese è quello d’impedire che la Turchia venga confinata ad un ruolo subalterno: “confinare la Turchia a terra”… “Non importa – ha dichiarato il vicepresidente – chi sia coinvolto, nessun piano nella regione che escluda la Turchia ha qualche possibilità di successo”.
La mozione di sicurezza con la Libia, votata dal parlamento turco, prevede lo spiegamento di forze per un anno, e in tal senso la dichiarazione del vicepresidente sembra più di ogin altra cosa una vera e propria intimidazione: “Speriamo – ha sostenuto Fuat Oktay – che non sia necessario un tale invito, che avrà un ruolo dissuasivo e le parti capiranno correttamente questo messaggio”,
La corsa alla risorse naturali
Pur non essendo stati rivelati i dettagli dell’accordo tra Turchia e Libia, con l’entrata in campo del “sultano”, ce n’è quanto basta per immaginare un futuro per il Mediterraneo e la Libia in particolare di maggiore instabilità, il che è tutto dire… L’intervento militare non ha tempi definiti, quindi i due partner potranno utilizzare le truppe turche a seconda di come la situazione in campo dal punto di vista bellico si modificherà, dato che Haftar ha annunciato di voler chidure la partita presto, e i combattimenti si intensificano attorno alla capitale.
Mentre, dal punto di vista strategico, c’è da parte della Turchia l’intenzione di entrare come protagonista nel gioco degli interessi sullo sfruttamento delle risorse che vede la competizione tra Grecia, Cipro, Egitto e Israele. In gioco c’è il petrolio e il gas…
FONTI: Libya Observer, Al Jazeera
Immagine in evidenza: Afp