di Marco Marano
Bologna, 22 ottobre 2019 – Stato di emergenza, coprifuoco, divieto di manifestare. Proteste soffocate dalla violenta repressione dei carabineros e militari, i quali sono scesi nelle strade della capitale con i cingolati, come ai tempi di Pinochet. Fino ad adesso si sono contati 11 morti. Secondo l’Instituto Nacional de Derechos Humanos (INDH), da giovedì 17 ottobre, quando sono iniziate le proteste, sono state segnalate 1.420 persone arrestate dalle forze dell’ordine e almeno 84 feriti da armi da fuoco. E poi ci sono i minori feriti e brutalizzati durante le detenzioni, caratterizzati dall’uso eccessivo della forza e da alcuni casi di abuso sessuale.
La collera popolare violenta e delinquenziale per il presidente
Tutto è nato dalla lievitazione dei costi del trasporto pubblico, ma era semplicemente il meccanismo che ha innescato una collera popolare, compressa da un paio d’anni, cioè da quel 2017 quando il ricchissimo imprenditore Sebastián Piñera è stato eletto presidente, dando una spallata ai bisogni e hai diritti della maggioranza del popolo.
Le sprezzanti parole con cui il presidente ha voluto catalogare le proteste danno il segno del suo stile di governo: “Siamo in guerra contro un nemico potente, molto organizzato e implacabile, disposto a usare la violenza e la delinquenza senza alcun limite”.
Un modello sociale neoliberista fondato sull’abuso
Se i salari bassi, il costo della vita altissimo, le pensioni più basse dell’America Latina, le diseguaglianze macroscopiche, con la solita oligarchia ricchissima che si arricchisce sempre di più e la maggioranza del popolo sottomesso e vessato, sono le caratteristiche tipiche del Cile di oggi, quello che reclamano le organizzazioni sindacali è la lotta ad “un modello sociale fondato sull’abuso e la precarietà della vita, che considera i diritti sociali come opportunità per affari redditizi”… E poi ci sono i saccheggi delle risorse naturali attraverso l’estrattivismo nelle terre ancestrali che imprese straniere hanno sottratto ai Mapuche.
Per queste ragioni si è formando un cartello di organizzazioni sindacali e sociali all’insegna dell’Unità Sociale, dove sono rappresentate tutte le categorie dei lavoratori vessati, i quali sono i promotori di uno sciopero generale fissato per domani mercoledì 23 ottobre. L’idea di questo nuovo cartello è quella di formare in Cile un’assemblea costituente che riscriva un nuovo patto sociale.
Le principali sigle sono: Central Unitaria de Trabajadores (CUT), Colegio de Profesores, la Confederación Nacional de Federaciones de Pescadores Artesanales de Chile, Cumbre de los Pueblos, Corporación Humanas,
FONTE: Prensa Latina
Credits: Prensa Latina
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