di Marco Marano
Mentre i jihadisti filo-turchi sparano sui sobborghi di Tel Rifat, sembra uscire alla luce un accordo tra Turchia e Russia per ripetere lo scempio di Afrin.
Bologna, 19 aprile 2019 – Tel Rifat si trova nel cantone di al-Shahba, tra le città di Mare’ e Azaz, a 18 chilometri dal confine turco. Le due città sono state occupate dai jihadisti alleati della Turchia, durante la campagna di pulizia etnica condotta ad Afrin. Sono mesi ormai che gli abitanti di Tel Rifat vengono minacciati dalle milizie jihadiste filo-turche.
Il 12 aprile hanno subito un cannoneggiamento nei sobborghi, fatto apposta per creare il panico tra la popolazione, al fine di convincerla a lasciare l’area: i civili, tra cui anche bambini, sono stati feriti più volte dal bombardamento. Nel frattempo si è diffusa la voce secondo cui sarebbe stato sottoscritto un accordo tra Turchia e Russia, teso a ripetere il medesimo copione del il 18 marzo 2018 ad Afrin, con l’occupazione militare, la pulizia etnica e la trasformazione demografica.
Sono stati proprio i residenti di Tel Rifat a consegnare, il 18 marzo, una lettera al comando delle forze armate russe distanza nella zona. Chiedono a gran voce di impedire un nuovo scempio, come quello di Afrin, smettendo di sostenere la Turchia e aiutandoli a far ritorno nella loro città.
La paura degli sfollati
Si, perché ci sono circa 25.000 profughi di Afrin a Tel Rifat, che hanno paura, anzi sono terrorizzati dagli attacchi sempre più incisivi e pericolosi, anche se lenti, quasi in silenzio, per non fare ancora molto rumore, fino a quando la Turchia avrà completo lassaiz passer dal nuovo alleato russo.
L’assedio jihadista sembra essere soffocante, a quanto dice il co-presidente del Consiglio distrettuale di Tel Rifat Muhammad Hanan, e malgrado questo vengono garantiti i bisogni della popolazione, ma la paura di dover ripetere ancora la tragedia di Afrin, c’è… Sarebbero gli stessi sfollati che si ritroverebbero a dover ancora essere profughi in un altro luogo…
Un territorio che rinasce in mezzo alla guerra
La vicenda di Tel Rifat è davvero una chiave di lettura della tragedia bellica siriana, quella silenziata però, poiché si parla di Rojava… Durante gli anni della guerra, tra bombardamenti, distruzioni di case e infrastrutture, gran parte dei residenti scappava verso i campi profughi al confine turco. L’area restava disabitata tra le macerie, così quando i jihadisti filo-turchi entrarono ad Afrin quei 25.000 profughi ripararono proprio in questa area di 710 ettari. Una provincia mediorientale che si ripopolava di profughi in mezzo alla guerra…
Grazie alla Mezza luna rossa kurda si sono potute ricreare le condizioni socio-sanitarie tali per poter vivere in quell’area. Aprivano un Ufficio umanitario per erogare i servizi sanitari fondamentali con gli altri servizi sociali indispensabili per una comunità. Così i cittadini profughi si sono auto-organizzati creando una municipalità, con un consiglio distrettuale e 15 comuni: in condizioni umanitarie impossibili, sono riusciti a ricreare una comunità…
FONTE: ANHA
Immagine in evidenza: ANHA
Cedits: ANHA, Daily Sabah