di Marco Marano
L’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva ieri ha ricevuto un’altra condanna in un processo senza prove e con una decisione controversa come quella che ha subito sei mesi prima delle elezioni presidenziali.
Bologna, 7 febbraio 2019 – La nuova condanna è di 12 anni e 6 mesi di prigione per corruzione passiva e riciclaggio di denaro nel processo sul cosiddetto “sito di Atibaia”, all’interno della grande inchiesta Lava Jato, che ha coinvolto tre quarti del precedente parlamento brasiliano… Secondo il nuovo Pubblico Ministero Federale, Lula avrebbe ricevuto 1 milione di reais in tangenti, per avviare i lavori di restauro di una villa di Atibaia. Secondo l’accusa, questi lavori sarebbero stati fatti poiché in quel luogo la famiglia di Lula andava in vacanza, per cui gli appaltatori avrebbero sborsato all’ex presidente il denaro contestato.
La trama delle accuse
L’avvocato della difesa Cristiano Zanin, che ha presentato delle obiezioni che neanche sono state prese in considerazione dagli inquirenti, ha chiesto le prove documentali di questo crimine, che ovviamente non sono state prodotte.
“La sentenza – osserva Zanin – segue la stessa linea di quella emessa dalla ex giudice Sergio Moro, che ha condannato Lula senza aver fornito qualsiasi atto amministrativo legato a vantaggi indebiti (…) Ancora una volta la Corte Federale di Curitiba ha determinato la responsabilità penale dell’ex presidente sulla base di un’accusa che riguarda una proprietà che non possiede, un ‘contenitore unico’ con altri racconti accusativi riferiti solo da generosi informatori”.
Una sentenza politica
Piena di errori, la sentenza del giudice Gabriela Hardt, che ha sostituito l’ex persecutore di Lula Sergio Moro, nominato, per “meriti sul campo”, ministro della giustizia nel governo Bolsonaro. E’ l’ultimo episodio questo che prosegue la trama costruita ad hoc per distruggere la leadership politica dell’ex presidente.
Dieci mesi dopo il suo arresto, Lula rimane l’obiettivo di quei giudici che calpestano la costituzione brasiliana e le convenzioni internazionali, violando i suoi diritti per tenerlo lontano dalla sua gente…
Il popolo in piazza
In questo fine settimana in tante città brasiliane il popolo manifesterà la sua rabbia per questo gravissimo sopruso, che prosegue nella linea dettata dal golpe istituzionale avviato con la defenestrazione anticostituzionale di Dilma Rousseff…
Le città dove sono previste le manifestazioni
Curitiba, San Paolo, Belo Horizonte, Florianopolis, Porto Alegre, Cuiabá, Palmas, Recife, Vitória, Campo Grande, Campina Grande, Aracaju, Maceió, Macapá, Ribeirão Preto, São José dos Campos, Uberlândia.
FONTE: Revista Forum, lula.com.br
Foto in evidenza: Paulo Pinto
CREDIT: AFP