di Marco Marano
Nel perimetro di un chilometro quadrato, in un villaggio della Siria orientale, alcune centinaia di jihadisti si sono asserragliati, assediati dalle SDF, tra i civili in fuga e quelli rimasti in trappola.
Bologna, 13 febbraio 2019 – Baghouz è un villaggio nella provincia di Deir Az Zor, nella Siria orientale. Qui, concentrati in un chilometro quadrato, ci sono gli ultimi sparuti uomini dell’Isis: sembra tra le 400 e le 600 unità. Sono uomini che provengono prevalentemente dall’Europa e dalla Turchia, quelli allevati per anni sotto la protezione del sultano Erdogan, che adesso è formalmente loro oppositore.
L’attacco concentrico fino alla morte
Sono uomini che già sanno di dover perire, quindi stanno combattendo furiosamente, prima di vendere cara la pelle… Questo chilometro quadrato è assediato dalle SDF, le unità combattenti della regione autonoma del nord della Siria, a guida kurda. Il loro portavoce ha spiegato all’agenzia Reuters che le ostilità sono esplose martedì 12 febbraio, motivo per cui centinaia di persone sono fuggite dalla zona di battaglia durante la notte. Gli attacchi sono supportati dalle forze aere statunitensi, le quali hanno determinato la morte di 16 civili, tra cui sette bambini.
L’ennesima strage di civili
Quello della strage dei civili è un altro tema, assai ricorrente in questa guerra. In qualche modo si sta ricreando la medesima situazione di Mosul, poiché lanciare missili in un’area così piccola si traduce automaticamente nella strage di civili. Dal punto di vista bellico non esistono altre opzioni, dicono dal comando americano, visto che i soldati dell’Isis sono trincerati in questo pezzettino di villaggio.
Il fulcro di questa battaglia aerea è rappresentata da una moschea utilizzata dall’Isis per coordinare gli attacchi, anche con l’impiego delle autobombe suicide contro le SDF.
Da lunedì sono scappati dal villaggio circa 1500 civili, ma in centinaia sono rimasti bloccati. La descrizione fatta da alcuni di quelli riusciti a mettersi a riparo è ridondante in questo conflitto: “Non c’era cibo, mangiavamo erba da terra come le pecore… Daesh aveva bloccato le strade e i contrabbandieri volevano migliaia di dollari”.
Ancora i soliti interessi per procura
Una battaglia questa che fotografa ancora una volta la schizofrenia degli interessi che si giocano in nome della lotta all’Isis: quelli della Turchia da un lato e quelli statunitensi dall’altro…
Gli uni impegnati a spodestare i kurdi dal nord della Siria, così come hanno fatto con Afrin. Perché ufficialmente le SDF, che stanno chiudendo il conto aperto con l’Isis sul campo, da Erdogan sono considerati terroristi.
Poi ci sono gli Stati Uniti, che prima hanno dichiarato di volersene andare dalla Siria, poi hanno fatto endorsement per i kurdi, e a tutt’oggi continuano a combattere sul campo, facendo danni alla popolazione civile…
FONTE: Al Jazeera
Foto in evidenza: Reuters