Il boss della mala haitiana chiede le dimissioni del premier come un leader politico

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E’ un boss della criminalità a sostituirsi all’opposizione politica del paese caraibico, impedendo l’accesso di carburante, attraverso “la politica” dei rapimenti nei confronti degli auto-trasportatori.

di Marco Marano

Bologna, 29 ottobre 2021 – Si chiama Jimmy Cherizier, ed è soprannominato “Barbecue”. E’ lui il capo della principale rete criminale di Haiti, il gangster più famoso, insomma. Da giorni la sua organizzazione impedisce il passaggio delle autobotti di carburante. Per fermare il suo ostruzionismo ha chiesto formalmente, come fosse il leader dell’opposizione, le dimissioni del primo ministro haitiano.

Lo stato di default sistemico

Dal punto di vista sociale, questa situazione da un lato ha determinato l’impossibilità dei cittadini di muoversi, dall’altro ha innescato le solite proteste di un popolo martoriato. L’assenza di carburante sembra sia stato prodotto dal devastante terremoto di settembre, che ha amplificato lo stato di default sistemico in seguito all’assassinio del presidente Moise in giugno; a ciò si aggiungano i ripetuti rapimenti a scopo di estorsione, che sono diventati prassi comune. Rapimenti che riguardano anche i camionisti che portano il carburante nel paese.

L’ultimatum al primo ministro

“Barbecue” è il boss di una rete criminale chiamata “G9”, composta da una serie di bande che si sono unite sotto il suo comando. Così da una emittente locale, Radio Meta, ha dato l’ultimatum al primo ministro Ariel Henry: “Se Ariel Henry si dimette alle 8:00, alle 8:05, sbloccheremo la strada e tutti i camion potranno passare per fare rifornimento”.

Il motivo per cui il boss della mala haitiana chiede le dimissioni del primo ministro è perché lo ritiene tra i responsabili dell’assassinio del presidente, coinvolgimento che Ariel Henry nega assolutamente, come è ovvio che sia. A ciò si aggiunga il fatto che il primo ministro ha praticamente sospeso le elezioni fissate per novembre, poiché l’organismo che organizza le elezioni era accusato di essere filo-Moise.

Un sistema-paese sprofondato negli inferi

L’ufficio per gli aiuti esteri di Haiti, che sovrintende la gestione del carburante, ha segnalato che in diversi terminal sono fermi 150.000 barili di diesel e 20.000 di benzina. Se il sistema elettrico haitiano e disfunzionale, questo si traduce nella necessità di utilizzare il carburante per il funzionamento dei generatori alternativi, soprattutto per gli ospedali. Ma anche il sistema telefonico mobile ha subito una battuta d’arresto, a causa dell’esaurimento di carburante dei generatori per le strutture di collegamento.

Infine, una notizia arriva dall’Unicef, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, la quale ha dichiarato che i fornitori di carburante stanno iniziando a rifiutarsi di consegnare il greggio per l’assenza di sicurezza. In questa direzione le imprese di trasporti minacciano agitazioni a causa dei rapimenti che colpisce principalmente gli addetti al trasporto…

FONTE: Al Jazeera/Reuter

Credit: Ralph Tedy Erol/Reuters

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