di Marco Marano
Da dieci giorni le organizzazioni sociali hanno fermato il paese, attraverso il blocco della rete viaria, mediante picchetti permanenti, per protestare contro il governo de facto, che ha spostato in ottobre, in modo costituzionalmente arbitrario, la data delle elezioni presidenziali.
Bologna, 12 agosto 2020 – Stanno cercando di reprimere con la violenza i blocchi stradali che da dieci giorni hanno lasciato il paese in condizioni estreme di instabilità. L’accusa contro il governo de facto, è quella di aver spostato la data delle elezioni presidenziali, fissate per il 6 settembre al 18 ottobre. Questo per erodere il vantaggio, stando ai sondaggi, del candidato del Movimento dei lavoratori. Così, adesso le organizzazioni sociali chiedono le dimissioni della presidente de facto Jeanine Áñez.
Il sobillatore Morales
Le denunce sono di lunedì scorso e riguardano l’uso della violenza delle forze dell’ordine in molte città come El Alto, Cochabamba e La Paz. Una reazione ovvia da parte di un governo che è andato al potere nel novembre dello scorso anno, defenestrando il presidente legalmente eletto Evo Morale. Naturalmente, dopo l’ennesimo mandato di cattura contro lui, la nuova accusa nei suoi confronti è quella di aver sobillato il paese ed aver organizzato le proteste in questione: neanche Mandrake…
La chiesa cattolica preoccupata
Certo è che la situazione sociale del paese, nel pieno dell’esplosione della pandemia, è sempre più drammatica. L’unica voce che si è sentita è quella della chiesa cattolica, che chiede ai protestatari di cessare i blocchi ed al potere di sposare le armi della democrazia…
Scarseggiano i beni di prima necessità
I veicoli di trasporto pesanti sono fermi da giorni sulle strade. Comincia ad esserci carenza di cibo in molte città. Ancora più drammatica è la condizione delle strutture ospedaliere che aspettano le forniture mediche che non arrivano. C’è in questo momento il dramma della carenza di ossigeno, che però sembra che in molte città viene lasciato passare. E poi ci sono le speculazioni economiche su tutto quello che scarseggia, venduto praticamente di contrabbando a prezzi maggiorati.
La guerra degli ultimatum
La Confederazione Nazionale dei Cooperativisti della Bolivia ha dato 48 ore di tempo per revocare tutti i blocchi stradali. La risposta non si è fatta attendere da parte della Federazione dipartimentale delle cooperative minerarie di La Paz (Fedecomin), la quale a sua volta ha concesso 72 ore al governo de facto di rimettere tutto all’Assemblea legislativa, che dovrebbe essere l’organo costituzionalmente deputato sulle decisioni elettorali, viceversa i blocchi si estenderanno ancora di più…
Immagine in evidenza: AP
Credits: APG