di Marco Marano
Almeno diecimila persone sono scese oggi per le strade di Bologna, in seguito al terzo sciopero Globale per il clima, organizzato da Fridays For Future – Bologna.
Bologna, 27 settembre 2019 – C’erano tantissime scuole sia medie che superiori, che hanno visto, in una colorita e accattivante giornata soleggiata, insegnati e studenti sfilare insieme. “In quale punto del corteo siete?” Messaggiava una docente sul gruppo WhatsApp della classe… Una di queste ci ha raccontato che prima di partecipare alla manifestazione in classe hanno parlato del protocollo di kyoto, per capire cosa sta davvero succedendo nel mondo.
“Il riscaldamento globale ci manderà all’ospedale”
Questo slogan campeggiava uno delle centinaia di cartelli che i ragazzi tenevano alti, moltissimi dei quali erano nella prima metà del corteo, mentre nel secondo pezzo c’erano prevalentemente i gruppi organizzati: dai sindacati di base Usb e Gbs a Potere al popolo.
Ma poi vediamo un altro cartello emergere dalla folla: “Se il clima fosse una banca l’avrebbero già salvato!” Pensavamo che a tenerlo fosse qualche attivista, ma poi ci siamo resi conte che era un ragazzino delle scuole medie…
La lotta è contro il sistema
Gli organizzatori di Fridays for Future dal microfono urlano i loro slogan contro il capitalismo che sta uccidendo il sistema ambientale ma lede anche i diritti umani. Nella loro piattaforma hanno scritto: “Scendiamo in piazza per chiedere un reale cambio di sistema e non del clima, a livello nazionale e globale, con politiche che portino a una transizione energetica entro il 2030, pagata dai pochi responsabili e non dalle tante e dai tanti vittime di questo sistema”.
Questo perché il tema dell’emergenza climatica non può certo essere disgiunto da tutto il resto. Sarebbe interessante comprendere, come stanno cercando di fare i sociologi, quanto coscienza c’è tra questi giovani rispetto a tutti gli altri i disastri socio-economici del sistema capitalistico, nel momento in cui lo slogan principale è appunto: “Cambiare il sistema non il clima”.
La partecipazione di massa per cambiare le cose
In un incontro alla Cappella Farnese di Bologna, qualche giorno, fa il sociologo Giovanni Boccia Altieri, dell’Università di Urbino, sottolineava: “Io non so quale sia il pensiero di Greta per esempio sui migranti…”
Questo per dire come pur essendo la coscienza ambientale un ambito di conflittualità contro il sistema capitalistico, la domanda è quanto questa generazione riuscirà a ricreare le condizioni di una partecipazione di massa che possa cambiare davvero le cose.
E’ impensabile che il sistema capitalistico possa salvare il clima mantenendo inalterate le iniquità e ineguaglianze sociali…
La piattaforma di Fridays for Future Bologna
Anche a livello cittadino vogliamo un cambio di rotta ben chiaro:
– Vogliamo trasporti gratuiti, ecologici e capillari, unica vera soluzione all’inquinamento causato dalle automobili.
– Vogliamo un netto stop alle grandi opere inutili e inquinanti sul nostro territorio: il Passante di Mezzo e la cementificazione dei Prati di Caprara
– Vogliamo che si smetta con la scellerata politica di apertura di nuovi supermercati sul nostro territorio.
– Vogliamo che Hera metta in atto una transizione verso le energie rinnovabili, per ottenere il 100% nel più breve tempo possibile.
– Vogliamo un’istruzione e una ricerca pubblica, libera e nettamente rifinanziata. Vogliamo che l’Università di Bologna termini qualsiasi collaborazione o tirocinio con aziende inquinanti. Lo stesso per gli istituti superiori per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro.
Credits Radio cento Mondi / Marco Marano