Svelato il golpe contro Lula: l’accusatore diventa accusato

di Marco Marano

Si avvicina l’ora della resa dei conti per Sergio Moro, l’inquisitore dell’ex presidente brasiliano perseguitato, con accuse costruite ad arte,  arrestato e condannato per impedirgli di candidarsi alle elezioni presidenziali. Adesso, grazie ad una inchiesta giornalistica indipendente, si scopre che è stata una grande cospirazione, attraverso cui il magistrato è riuscito ad entrare nel governo Bolsonaro, come Ministro della Giustizia.

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Bologna, 11 giugno 2019 – E’ stato un vero e proprio comitato d’affari, all’interno del sistema giudiziario brasiliano, quello che ha organizzato le false accuse contro l’ex presidente Lula, leader del partito dei lavoratori. A scoprirlo sono state tre inchieste del portale d’investigazione giornalistica Intercept Brasil, il quale, attraverso una fonte anonima interna al sistema di potere golpista, domenica scorsa ha pubblicato tutta una serie di intercettazioni telefoniche.

Il sito investigativo ha lanciato queste accuse dopo aver avuto accesso a un gran numero di messaggi privati, scambiati in particolare sull’applicazione Telegram, tra i procuratori anticorruzione brasiliani e Sergio Moro. Così, lunedì, la Corte Suprema ha deciso di riaprire il fascicolo su Lula, in seguito alla contestazione dei legali del leader brasiliano.

Le dinamiche del golpe giudiziario

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Le intercettazioni rivelano un’associazione a delinquere, capitanata dall’ex giudice federale Sergio Moro, adesso ministro della giustizia del presidente brasiliano Bolsonaro, titolare dell’inchiesta Lava Jato. In queste telefonate con i procuratori Moro detta la linea, segnalando come costruire ad arte delle accuse inesistenti. Peccato che la Costituzione brasiliana distingua in modo netto la funzione arbitrale e imparziale dei giudici federali, come era Moro, da quella inquirente dei procuratori.

moro-manaus_Foto_Isaac Amorim_MJSPDalle intercettazioni si comprende chiaramente da un lato,  la debolezza delle accuse senza prove, solo sulla base di testimonianze, secondo cui Lula avrebbe intascato una tangente per i lavori di un appartamento dove egli non si è mai recato… Ma al di là delle accuse completamente false per cui Lula è in galera da un anno,  esce fuori una vera e propria strategia per impedire al vecchio leader di svolgere la campagna elettorale persino in favore del candidato di sinistra Haddad.

“Sergio Moro e Deltana Dallagnol scambiato messaggi di testo che mostrano che il giudice federale poi è andato al di là del ruolo che gli si adattano quando giudicato casi Lava Jato. In diverse conversazioni private finora inedite, Moro ha suggerito al pubblico ministero di cambiare l’ordine delle fasi di Lava Jato, ha caricato l’agilità in nuove operazioni, fornito consigli strategici e indizi informali alle indagini, ha previsto almeno una decisione, ha criticato e suggerito risorse al Ministero Pubblico e sgridato a Dallagnol come se fosse un superiore gerarchico dei pubblici ministeri e della polizia federale”.

Come impedire l’elezione d’un presidente

sexxrgio-moro- Agência BrasilIl protagonista Sergio Moro, ex giudice federale, si è occupato di gestire l’inchiesta Lava Jato, nata, inizialmente, per smascherare il sistema corruttivo dei parlamentari brasiliani, riguardo la compagnia petrolifera statale Petrobras. Poi, Moro ha utilizzato la stessa inchiesta, per crocifiggere Lula, che secondo i sondaggi, sarebbe stato rieletto come presidente. Per impedirne la rielezione, questo comitato d’affari, ha inventato di sana pianta una storia che ha portato avanti, senza prove, riuscendo a far condannare a 8 anni l’ex presidente.

Si legge nell’inchiesta: “Mentre hanno da tempo assicurato di essere apolitici e motivati ​​unicamente verso la lotta alla corruzione, i procuratori di Lava Jato hanno infatti tracciato tra loro due modi per impedire il ritorno al potere di Lula e del suo Partito dei lavoratori”.

Un comitato d’affari promosso dalle lobbies finanziarie, che avevano avviato il primo troncone del golpe istituzionale, estromettendo dal potere, anche qui, al di fuori del dettato costituzionale, la presidentessa Dilma Rousseff. Così, Sergio Moro, spianando la strada al nuovo presidente autoritario Bolsonaro,  si è guadagnato un posto nel governo attuale come ministro della giustizia.

Chi sta con chi?

bolsonaro-argentinaAllo stato attuale molti dei sostenitori di Sergio Moro, che lo applaudivano mentre crocifiggeva Lula, stanno lentamente facendo marcia indietro, come i giornali  Folha de S. Paulo e O Estado de S.Paulo, due delle principali valvole mediatiche del golpe.

Come anche gli ordini degli avvocati e dei giudici che chiedono le dimissioni. Non impressiona che persino Bolsonaro stia per mollare colui il quale gli ha dato la presidenza

Tutti in attesa che vengano attivati i meccanismi giuridici per la liberazione di Lula e l’apertura di una indagine nei confronti del giudice golpista… Nel frattempo,  i grandi network internazionali, dal Guardian al New York Times, stanno chiedendo a gran voce la testa di Sergio Moro…

Ultima annotazione: questo scandalo, e quindi l’innocenza di Lula, è stata possibile dimostrarla, solo con una inchiesta giornalistica indipendente, a dimostrazione che l’unico e vero cane da guardia del Potere non può essere rappresentato dai media mainstream internazionali che hanno appoggiato il golpe o che non ne hanno minimamente parlato…

 FONTE: Intercept, Le Monde, Revista Forum

Credit: AFP, Isaac Amorim_MJSP, Marcos Corrêa_PR

Foto in evidenza: MJSP

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