I piccoli passi del nuovo fascismo a Bologna: liberare la Montagnola!

di Marco Marano

Una cinquantina di persone, tra ex leghisti e Casa Pound, si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana per una fiaccolata contro gli spacciatori della Montagnola, ma ad attenderli c’erano gli attivisti del Centro sociale Xm24 in bicicletta.

Bologna, 12 dicembre 2017 – Chi vive a Bologna conosce la borghesia ignorante e incolta nel viso di un uomo per tutte le stagioni: Manes Bernardini. Era un leghista ai bei tempi del Senatur, famose le sue ronde negli ospedali per impedire ai rom di accedere ai servizi igienici. Un uomo dalla “grande visione politica”. Le sue fallimentari candidature a Palazzo d’Accursio la dicono lunga sul grigiore del personaggio, uscito fuori dalla lega per formare una lista civica al Comune: Insieme Bologna. C’è poco da fare, in Italia più mediocre sei e più cerchi dei riflettori che nessuno accende… Così, periodicamente, questo folcloristico personaggio, s’immola alle cause della legalità, della sicurezza, del buon vivere… Perché se ci fosse lui al potere o quelli come lui, cosa comunque possibile a Bologna, dato il disastro politico-culturale del Pd, le cose si che andrebbero meglio…

Il repertorio fascio-leghista

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Così sabato scorso, è riuscito a raccattare una quarantina di accoliti, ma erano troppo pochi, quindi sono arrivati in soccorso una decina di fascisti di Casa Pound, tutti insieme appassionatamente… Direzione il parco della Montagnola, la location del mercato multietnico, dove però, dentro c’è una piazza di spaccio prevalentemente di droghe leggere,  gestita da migranti sub-sahariani. Quale migliore occasione per sfoderare il repertorio fascio-leghista-benpensante, due piccioni con una fava: spacciatori e pure migranti.

“Alcuni italiani non si arrendono”, era questo lo slogan che campeggiava in un cartello. Poi le sparute fiaccole antidegrado, e una donna che gridava frasi sconnesse tipo “Siete pagani!” Si, perché ad un certo punto, su via Irnerio, mentre i fascio-leghisti-benpensanti, che formano il substrato del nuovo fascismo presente in tutte le città italiane, si apprestavano a districarsi tra le bancarelle del mercato, arrivavano in bicicletta, gli attivisti del centro sociale Xm24, così, di passaggio, dopo aver fatto una visitina al Motor Show. Giusto per ricordargli che Bologna rimane una città antifascista. “Siete tutti drogati e spacciatori” gli urlavano dietro i benpensanti e loro, gli attivisti, rispondevano, mentre la polizia si metteva in mezzo per dividerli, “Bologna è antifascista. Fuori i razzisti”.

La legalità variabile

Hanno rovinato la festa al fiero Bernardini, che dopo un alterco tra uno degli attivisti e un ambulante antidegrado, ampliava di contenuti quella sua presenza: “Il Comune deve chiudere i centri sociali”. Eccola la cultura della legalità. Si, perché per i fascio-leghisti-benpensanti la legalità è un concetto variabile, che deve colpire chi occupa. Per chi invece fa apologia di fascismo, attività illegale secondo la Costituzione italiana e il codice penale, la legalità può essere aggirata. Per non parlare dell’accoglienza ai rifugiati, specificatamente chiarita nell’articolo 10 della Costituzione repubblicana.

Le foto sono state estrapolate dal “Resto del Carlino” – Credits Schicchi

 

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