Mentre si consuma la tragedia della foresta amazzonica, con la distruzione del territorio e l’annientamento dei popoli ancestrali, il negazionismo pandemico del governo ha portato il paese al completo disastro sociale, e adesso gli artisti si mobilitano per promuovere l’ennesima richiesta di impeachment nei confronti di “Caligola-Bolsonaro”.
di Marco Marano
Bologna, 11 maggio 2021 – ′′Siamo l’epicentro mondiale della Pandemia e andiamo avanti in netta progressione. I numeri del mese di aprile hanno superato tutte le classifiche mondiali e la tendenza è in peggioramento. Ogni giorno il paese affonda, crolla, muore soffocato. Il comandante di questa nave, che naufraga, e si dirige verso le scogliere, ha un nome e cognome noti: Jair Messias Bolsonaro”.
Gli artisti si mobilitano
Con queste parole il “Movimento per la destituzione di Bolsonaro dalla presidenza”, ha annunciato che nella giornata di oggi verrà pubblicato il “Manifesto Artisti per l’Impeachment”. Una iniziativa che conta 2500 firme di artisti brasiliani che hanno deciso di mettere la faccia contro la “distruzione scientifica” del paese da parte di questo nuovo Caligola contemporaneo: Jair Bolsonaro.
Gli interessi economici a discapito della vita umana
Il fatto però che Bolsonaro abbia fatto tutto l’opposto per mettere in sicurezza il paese, è solo l’ultimo dei tasselli di questo mostruoso capo di stato, poiché egli ha elevato a potenza un concetto proprio ai regimi totalitari del nostro tempo: salvaguardare gli interessi economici delle reti imprenditoriali e finanziarie a discapito della vita umana.
Il disegno criminale
Attraverso un disegno criminale, che vede, dentro una sorta di lobby, pezzi del governo, deputati e senatori, imprenditori e coltivatori, si sta distruggendo l’ecosistema della foresta amazzonica. Gli obiettivi sono quelli di togliere le terre ancestrali agli indigeni della foresta, ponendo fine alle licenze ambientali, moltiplicando l’uso degli agrotossici, ma soprattutto legalizzando i grileiros…
Dalla rivista specializzata “O Eco”: “Con l’avanzare della deforestazione in Amazzonia, quasi 50 milioni di ettari di foreste pubbliche rimangono in una sorta di limbo, in attesa che il governo – federale o statale – decida cosa sono e a chi appartengano. Questa mancanza di definizione di uso e governance rende queste aree forestali, non assegnate, più vulnerabili all’invasione, tanto che, secondo uno studio pubblicato di recente, i grileiros hanno già preso 11,6 milioni di queste foreste, pari al 23% del totale”.
La pulizia etnica della foresta amazzonica
Le centinaia di migliaia di vittime della più grande crisi umanitaria della storia brasiliana, in realtà fanno da sfondo ad una vera e propria pulizia etnica.
In tal senso, la storia di queste ore è paradigmatica, poiché sembra una storia da Far West americano del diciannovesimo secolo. Il popolo sotto attacco è quello dei Yanomami. La comunità è quella di Palimiú, a Roraima, dove si trova il territorio Yanomami.
Naturalmente le informazioni sulle violenze che questa tribù sta subendo, vengono unicamente riportate dall’associazione Hutukara Yanomami (HAY) e lanciate dai medianinja, per il resto al Brasile sembra non interessi ciò che succede nella foresta amazzonica.
Il sostegno ai pirati da parte del governo
Verso le ore 11 di ieri sette imbarcazioni di cercatori, personaggi che in modo piratesco vanno alla ricerca di risorse naturali da accaparrare, hanno attaccato la comunità. Solitamente mietono paura, per indurre gli indigeni a lasciare le loro terre, ma mietono anche morte quando questa richiesta non viene accolta.
Così, una ventina di uomini armati di fucili e mitragliatori hanno iniziato a sparare contro gli indigeni. Fortunatamente, in questa occasione non ci sono state vittime, ma solo cinque feriti: era un avvertimento. I pirati infatti hanno promesso di tornare, e lì presumibilmente qualche morto ci sarà quasi certamente.
Chiude il presidio sanitario
Una notizia davvero inquietante riguarda la sospensione del Distretto Sanitario Speciale Indigena Yanomami (Dsei-Y) prevedendo un conflitto imminente. Così gli indigeni si ritrovano senza un presidio sanitario di prossimità. Del resto è questa la politica di Bolsonaro a sostegno dei pirati, e non è una metafora…
Le invocazioni e le richieste
L’associazione Hutukara Yanomami ha inviato invocazioni a tutte le istituzioni possibili per fermare lo scempio: alla polizia federale, alla Fondazione Nazionale dell’Indio (Funai), al Procuratore di Roraima. L’Articolazione dei Popoli Indigeni del Brasile (Apib) ha parlato della necessità di prendere le misure necessarie al fine di proteggere le vite umane e il territorio dall’assalto piratesco delle stesse istituzioni, che mandano avanti, in armi, i loro pirati…
FONTI: MediaNinja, O Eco
Credits: MediaNinja