THE VOICE OF DISSENT – HISTORY – La stampa italiana promuove ipotesi e sospetti sul cadavere di una giovane romana

By Generale Marijuana

New York, 3 giugno 1953 – Wilma Montesi era una ragazza romana di vent’uno anni: padre artigiano, madre casalinga, fidanzato poliziotto, una sorella. Scompare il pomeriggio del 9 aprile, per essere ritrovata sulla spiaggia di Tor Vaianica…

Sono passate poche settimane da quell’accadimento, e appena stava per entrare nel dimenticatoio ecco che la vicenda si riaccende. Questo perché ben sette quotidiani, una rivista e due agenzie ad inizio mese di maggio, ed in contemporanea, hanno lanciato la notizia, fatta filtrare goccia dopo goccia, che l’ultimo a vedere Wilma Montesi sarebbe stato Piero Piccioni, figlio di Attilio Piccioni, erede della leadership atlantica italiana, fino ad adesso rappresentata da Alcide De Gasperi, di cui è il suo vicepresidente nell’attuale governo.

Ma la fonte di questa notizia da dove è provenuta? Tutte le voci conducono a Montecitorio, poiché si parla di ambienti parlamentari, e precipuamente luoghi di contatto tra i corpi intermedi del sistema politico e i giornalisti parlamentari… Quindi, se la matematica non è una opinione, due più due dovrebbe far quattro… Cioè a dire, se la notizia è uscita da un qualche gruppo parlamentare di Montecitorio e colpisce direttamente Attilio Piccioni, è chiaro che costui ha un nemico che lo vuole demolire… Se consideriamo che tra pochi giorni in Italia si terranno le elezioni politiche, con una nuova legge fatta apposta per rafforzare i partiti satellite della Democrazia Cristiana, i cosiddetti partiti laici, uno scandalo ben orchestrato contro il secondo esponente più in vista del blocco di potere, a chi serve…?

Sulle pagine romane del giornale comunista l’Unità, il 6 maggio, si legge una interessante ricostruzione dei fatti partendo dal ritrovamento del cadavere… Perché è sul cadavere, e sulla sua analisi necroscopica, che inizia una controversia sommessa tra due parti in causa: il medico condotto, che fece la primissima valutazione sul corpo, e la Questura di Roma, con la sua fantasiosa teoria del pediluvio…

Ma torniamo al sei maggio, anzi ai primi giorni di maggio del 1953… I giornali che pubblicarono la notizia del coinvolgimento del giovane figlio di un alto esponennte democristiano nella morte di Wilma Montesi, furono: Secolo, Merlo giallo, Avanti, Popolo di Roma, Gazzetta del popolo (Torino), Momento Sera, Paese Sera, Giornale d’Italia.

«Il caso tragico e oscuro di una bella ragazza romana di 21 anni, Wilma Montesi, la cui salma intatta fu rinvenuta l’11 aprile scorso sulla spiaggia di Tor Vaianica, fra Ostia e Anzio, dove l’avevano spinta le onde del mare, è tornato di nuovo a far parlare di sé i giornali, assumendo improvvisamente un rilievo di sapore spiccatamente politico. Da alcuni giorni, infatti, si era diffusa negli ambienti giornalistici della Capitale, la notizia che la fanciulla aveva trascorso le sue ultime ore di vita, a Ostia, in compagnia del figlio di un alto esponente del partito democratico cristiano. Questa notizia — sull’autenticità della quale numerosi giornalisti affermavano di poter giurare — è stata pubblicata da numerosi giornali…»

Quindi si toglie scarpe, gonna, calze e reggicalze per fare questo pediluvio. Poi, presa da un malore dovuto al congestionamento sembra per un gelato ma anche dal fatto che la ragazza avesse il ciclo mestruale, collassa con il viso rivolto al mare e annega. Le onde porteranno il cadavere sulla spiaggia di Tor Vaianica, ritrovato, appunto, trentasei ore dopo.

Perché la Questura si prende la briga di inventare una favola come questa, per la morte di una ragazza della porta accanto…? Forse che già in quel 16 aprile la Questura di Roma sapeva di dover difendere qualche potente da un qualche attacco…? Attacco che arriverà nei primi giorni di maggio, quando sui giornali viene coinvolto il figlio di Attilio Piccioni, con una storia fatta girare ancora più roccambolesca del pediluvio….

Secondo questa ricostruzione, Piero Piccioni, nel momento in cui Wilma Montesi periva, era insieme a lui. Anzi era lui che le teneva i vestiti che si era tolta per fare il pediluvio… Una volta che la vede morire cos’è che fa? La lascia lì e si porta i vestiti dietro. Non solo, poi, forse preso dal rimorso, cosa fa ancora…?

«Tutti questi giornali, quale con maggiore, quale con minore sicurezza, alcuni velatamente, altri di sfuggita, hanno riferito che il giovane rampollo dell’esponente democristiano si era presentato in Questura, per restituire alcuni indumenti che la Montesi si era tolta, si suppone, poco prima di morire, e che non erano mai più stati rintracciati, malgrado le affannose ricerche condotte anche con cani poliziotti dal fiuto acutissimo.»

Come se non bastasse l’agenzia Kronos il 5 maggio lanciava una notizia davvero esplosiva, perché l’auto di Piero Piccioni veniva vista in quei frangenti, e la Questura smentiva tutto categoricamente…

«Il biondino, che al volante di un’ Alfa 1900 è dato per certo quale accompagnatore della Montesi nella gita che si doveva poi concludere in modo così tragico, sarebbe un noto artista, e più precisamente un esperto di musica jazz, figlio di un’altissima personalità di un partito governativo. Insieme a lui Wilma avrebbe trascorso le sue ultime ore (…) Ad un tratto prima di ricomporre il proprio abbigliamento, la ragazza avrebbe commesso l’imprudenza di bagnarsi nelle acque del Lido, ma sarebbe stata colta da improvviso e mortale malore. Impressionato, il giovane accompagnatore — testimone oculare della morte della Montesi — si sarebbe allontanato a bordo della propria auto portando seco alcuni indumenti intimi della ragazza (sottana, calze e reggicalze di raso miro). Successivamente, in seguno ad intervento del padre, egli si sarebbe spontaneamente presentato al Procuratore Generale della Repubblica recando gli indumenti della Montesi e rendendo la propria testimonianza.»

Lunedì 17 maggio succedeva un fatto strano. Veniva emesso un comunicato stampa da parte della Questura di Roma, «breve e monco»… Si diceva che il giorno prima, alle 19,30, veniva ritrovato il corpo di una trentasettenne, tale Teresa Seminara, a Tor Vaianica, in località Cincinnati, presso il Lido di Lavinio, a pochi passi dal luogo del ritrovamento del cadavere di Wilma Montesi, corpo che il mare avrebbe restituito. Nessuna parola su dove abitasse, sulle condizioni del cadavere e sulle modalità della morte… Questa volta non ci sono stati tentativi di depistaggio da parte della Questura di Roma… E perché la ragazza morta non è stata oggetto di speculazioni giornalistiche come la povera Wilma…?

Dal ritrovamento della Montesi al depistaggio della polizia passavano cinque giorni. Cosa è successo in quei frangenti…? Il 16 aprile, infatti ecco che arrivava la posizione ufficiale della Questura di Roma…

«La ragazza si è recata a Ostia per curare con l’acqua marina un’affezione cutanea ai piedi, colta da malore, è annegata».

Intanto, il 20 aprile il giornale l’Unità sottolineava la necessità di una vittoria contro il blocco di potere Stay Behind alle prossime elezioni di giugno: «Longo e Secchia chiamano il popolo a spazzare col voto il governo della guerra fredda».

Si perché quello che sta succedendo in Italia è che questa nuova legge, utile per i partiti satellite della DC, rappresenta il grimaldello tra il blocco Stay Behind e la corrente della Dc Iniziativa Democratica, legata ad una visione che non escluda le sinistre dal potere… Certo è che un attacco al blocco Stay Behind portato facendo filtrare dalle pagine di uno scandalo di cronaca nera il nome del figlio del prescelto alla guida del suddetto blocco, cioè Attilio Piccioni, ha tutte le sembianze di una resa dei conti… Ma un’altro fatto strano avviene il 24 maggio.

C’è un settimanale comunista che si chiama «Vie nuove». Un suo redattore, Marco Cesarini Sforza, si assume la responsabilità di aprire questo misterioso vaso di pandora… E’ il primo a scrivere il nome di Piero Piccioni, conosciuto fino a quel momento come il «biondino». Figlio del Ministro degli Esteri, musicista jazz che porta il nome d’arte di Piero Morgan, protagonista del notti romane, frequentatore degli ambienti cinematografici, in quanto autore di musiche da film, tra le sue conquiste femminili sembra esserci l’attrice Alida Valli. Cesarini Sforza, dunque, consegna all’opinione pubblica un nome da dare al biondino, figlio di un potente uomo politico, che si reca in Questura per gli indumenti di Wilma Montesi…

Perché annoveriamo questo accadimento nella categoria dei «fatti strani»? Prima di tutto perché, come abbiamo già segnalato, solo un folle si porterebbe a casa gli indumenti di una ragazza morta misteriosamente, per poi restituirli alla Questura… Poi, perché l’operato di Cesarini Sforza, è stato dichiaratamente censurato dal partito comunista, promotore del settimanale, affidandolo alla cultura del sensazionalismo, che non appartiene al retroterra di quella parte politica…?

Infine, perché, proprio per quella censura, il giornalista, dopo essere stato querelato smentiva tutto, pagando in denaro per il suo errore. Ma in che senso può essere considerato un errore? Sottoposto a interrogatorio, Cesarini Sforza, si è, giustamente, rifiutato di rivelare la fonte, suggerendo poi alla fine un altro generico depistaggio: ambienti vicini a De Gasperi…

Che all’interno di un sistema di interessi così compartimentato come quello del blocco Stay Behind, ci potesse essere una talpa intenzionata a colpre il sistema protetto e garantito da Claire Luce, è poco credibile… Ma allora chi è la fonte di queste informazioni così sconclusionate da apparire come un depistaggio…? E perché sono state diffuse…? Sono queste le questioni centrali che riguardano la vicenda della morte di Wilma Montesi. Solo rispondendo a queste domande diventerà possibile risalire alle cause del decesso di questa giovane ragazza romana…

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