L’ultimo femminicidio, perpetrato ai danni di una diciottenne, è stato commesso da un agente di polizia, e porta a quaranta le donne uccise nel 2021.
di Marco Marano
Bologna, 18 febbraio 2011 – Si chiamava Úrsula Bahillo, diciotto anni, aveva più volte denunciato il suo ex fidanzato, Matías Ezequiel Martínez, 25 anni, un agente di polizia di Buenos Aires. Un uomo violento: su di lui pendevano parecchie denuncie di minacce e violenza di genere.
Dichiarare l’emergenza nazionale
Quaranta omicidi maturati tra le dinamiche di coppia, nel 2021, cioè in poco più di un mese e mezzo. Così il movimento “Ni Una Menos” è nuovamente sceso in piazza ieri in diverse città argentine, per manifestare la propria collera contro la violenza sessista. Non solo, ma hanno anche chiesto al presidente della repubblica Alberto Fernández di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Nel documento firmato anche da Nora Cortiñas, Estela de Carlotto, Rita Segato e Claudia Piñeiroè stato chiesto un vero e proprio “coordinamento effettivo e reale tra magistratura, forze di sicurezza e comuni”.
La violenza di genere che si annida nelle istituzioni
Il presidente Alberto Fernández, dal suo account Twitter ha annunciato di aver incontrato i genitori della giovane uccisa da un servitore dello stato: “Ho ricevuto Patricia e Adolfo, genitori di Ursula Bahillo, il cui femminicidio ha dimostrato fino a che punto la violenza sessista penetra e si annida nelle istituzioni dello Stato. È un’urgenza di fronte alla quale le autorità devono agire con fermezza, rapidità e decisione politica”.
Un consiglio federale per prevenire
Il presidente ha convocato i governatori del paese proponendo loro la creazione di un Consiglio federale per la prevenzione e la lotta contro femminicidi, travesticidi e transfemicidi. Secondo il capo dello stato argentino, è necessario che le istituzioni siano vicine a tutti quei cittadini che rischiano l’incolumità.
FONTE e Credit: Telesur