di Marco Marano
In seguito al colpo di stato dello scorso anno, che defenestrò dal potere legale il presidente Evo Morales, i militari compirono i massacri di Senkata e Cochabamba.
Bologna, 27 ottobre 2020 – E’ stata la nuova Assemblea legislativa plurinazionale, tramite la Commissione speciale inquirente, ad indire ieri un processo penale contro Jeanine Áñez, ex presidente de facto grazie al golpe del novembre 2019. Questo perché la violenza scatenata contro la popolazione civile, nelle settimane successive al colpo di stato, fu furibonda…
Un paese a ferro e fuoco
Un repulisti di massa che comportò i due massacri, mai raccontati dai media occidentali, di Sacaba (Cochabamba) e Senkata (El Alto), dove vennero trucidate 37 persone, 27 delle quali con armi da fuoco. Violenza che diffusamente venne profusa in tutto il paese, ai danni dei sostenitori del Movimento per il Socialismo, il partito di Morales, uscito vincitore assoluto alle elezioni della scorsa settimana.
Naturalmente è tutto il governo presidenziale golpista sotto accusa, ecco la lista completa dei ministri: Karen Longaric, (Affari Esteri); Yerko Núñez, (Presidenza); Arturo Murillo, (governo); Fernando López, (Difesa); Álvaro Coímbra, (Giustizia); Álvaro Rodrigo Guzmán, (Energia), e María Pinckert (Acqua e ambiente).
La licenza di uccidere assegnata all’esercito
L’istanza proposta dalla Commissione speciale sarà votata dalla seduta plenaria dell’Assemblea legislativa, che per la sua approvazione ha bisogno dei due terzi del consesso. Alla Áñez è stata imputata la responsabilità di aver firmato il Decreto Supremo 4078, che autorizzava l’esercito alle operazioni dedite a “ristabilire l’ordine pubblico”, in seguito alle proteste del popolo boliviano contro il golpe. Il punto è che in questo decreto veniva stabilito che i militari erano esonerati da qualsiasi responsabilità penale per le loro azioni: praticamente una licenza di uccidere.
FONTE: Telesur
Immagine in evidenza: Sputnik