di Marco Marano
L’Argentina chiude le frontiere nei confronti dei due paesi attualmente più colpiti. Pur essendo numeri ancora piccoli, la pandemia si sta rapidamente diffondendo, con la solita sottovalutazione da parte di alcuni politici.
Bologna, 18 marzo 2020 – I dati di ieri, martedì 17, lanciano un grido d’allarme sulla diffusione della pandemia di coronavirus in America Latina: quasi un migliaio di infetti in più. Se i paesi più colpiti sono Brasile e Cile, la situazione in Argentina, Messico e Uruguay inizia a farsi preoccupante.
I due paesi più coinvolti nella pandemia
Il bilancio fatto ieri dal ministero della Salute brasiliano è di 290 casi: “290 casi confermati e 8.819 casi sospetti”. Sembra che il focolaio sia esploso nello Stato di San Paolo, che ha contato ben 164 casi, con il primo decesso confermato ieri.
In Cile, il nuovo rapporto presentato ieri dal Ministro della Sanità, Jaime Mañalich, parla di 204 casi, 45 in più rispetto al giorno precedente. Tra gli ammalati ci sarebbero 4 bambini. Il Ministro ha dichiarato che i nove infetti ricoverati in ospedale, non sono a rischio.
Non ci sono zone omogenee
Il governo messicano, per voce di Ricardo Cortés Alcalá, direttore generale della promozione alla salute, ente che fa riferimento al Segretario federale della sanità, nel corso di una conferenza stampa al Palazzo Nazionale, ha tracciato l’adamento attuale: 93 casi confermati, con 11 nuovi distribuiti, rispetto a lunedì, su tutto il territorio nazionale, che diventa la caratteristica del paese, poiché non ci sono zone omogenee dove la malattia si è manifestata.
L’allarme frontiere dall’Argentina
Nel rapporto quotidiano di ieri, il Ministero della Salute argentino ha segnalato 14 nuovi casi in più, per un totale di 79 infetti. Ma l’aspetto rilevante della giornata, prima che l’aumento dei casi, è l’allarme frontiere. Questo perché il governo argentino ha dichiarato Brasile e Cile zone a rischio in base all’impennata del numero degli infetti, sospendendo per una settimana il trasporto aereo e ferroviario.
In Uruguay, il segretario della Presidenza, Álvaro Delgado, ha denunciato 50 casi confermati, 21 in più rispetto a ieri: “i pazienti sono stabili, non ce ne sono in gravi condizioni”.
FONTE: TeleSur
Immagine in evidenza: Xinhua