Le brigate mediche internazionali cubane a difesa del mondo dal Coronavirus

di Marco Marano

La mobilitazione del sistema sanitario cubano, per supportare moltissimi paesi dalla pandemia, sottolinea la differenza con l’aggressività e l’assenza di solidarietà tra i paesi capitalistici, che non riescono tra loro a combattere insieme questo male globale, dove interessi dei singoli paesi, addestramento militare Usa in Europa e garanzie di produzione per le aziende di armamenti ne diventano il tragico specchio…

90880746_3594454663930153_6116233909987442688_nBologna, 28 marzo 2020 – Nel settembre del 2005 Fidel Castro inaugurava a Cuba il contingente internazionale dei medici specializzati in epidemie, chiamato “Henry Reeve”. La logica sottesa a questo progetto era la valorizzazione della dimensione internazionalista mutuata dalla cultura rivoluzionaria di matrice marxista del ‘900. In questo modo si è traslato il valore dell’internazionalismo rivoluzionario in internazionalismo tra i popoli tout court.

L’internazionalismo tra i popoli

Oggi, le brigate mediche del contingente internazionalista, per sostenere i paesi “invasi” dal coronavirus sono presenti in Europa, Africa e America Latina: Sudafrica, Giamaica, Antigua e Barbuda, Saint Vincent, Grenadine, Haiti, Santa Lucia, Granada e Dominica, Venezuela, Nicaragua, Suriname, Belize e Italia.

La partnership sudafricana

Cuba-Sudafri_ Prensa LatinaL’esperienza sudafricana è sicuramente quella dove Cuba sta impiegando più risorse ed energie. C’è da dire che la partnership tra i due paesi sullo scambio ed il sostegno alla scienza medica non è di oggi. Risale infatti al Programma di cooperazione Nelson Mandela-Fidel Castro, attraverso cui 6000 giovani sudafricani si apprestano a laurearsi in medicina. Un elemento interessante è quello che riguarda sette dei dodici stagisti che stanno affiancando la brigata medica cubana, poiché si sono laureati proprio all’interno del programma di cooperazione.

Attualmente in Sudafrica ci sono 200 medici cubani, in un contesto nazionale dove a ieri c’erano registrate 1.170 infezioni. Il capo delegazione della Brigata medica sudafricana, il dott. Reynaldo Denis de Armas, ha spiegato all’agenzia di stampa cubana, Prensa Latina, che il loro impegno è spalmato in 111 istituti sanitari, a livello regionale, soprattutto in quei distretti e in quelle zone rurali dove accedervi è davvero difficile…

L’ambasciatore cubano in Sudafrica, Rodolfo Benítez, e il ministro della sanità sudafricano, Zweli Mkhize, si sono incontrati proprio per rafforzare la partnership nel settore della salute. Il ministro poi non ha potuto che ringraziare formalmente le istituzioni cubane per il loro lavoro in Sudafrica.

Non esistono nazioni ma un’unica fratellanza umana

esercitazione-Nato-Defender-Europa-2020

In grandi città come Soweto e Johannesburg, i medici cubani stanno supportando le strutture sanitarie su tutti i pazienti che presentano patologie respiratorie acute. A tal proposito c’è una particolarità da segnalare: presso la clinica della comunità di Chiawelo a Soweto, la domanda che spesso arriva dai pazienti è relativa alla capacità di Cuba di inviare tanti medici in tutto il mondo.

La risposta è molto semplice, ed è legata alla visione dello stato rivoluzionario dove la sanità è uno dei principi costitutivi della società. Se l’accademia cubana delle scienze mediche è una delle più avanzate del mondo, la sua visione è quella che la “salvaguardia sanitaria è un principio che riguarda i popoli nel loro insieme”, e le pandemie ne sono la prova. In tal senso non esistono nazioni ma un’unica fratellanza umana.

E’ bene sottolineare questo aspetto in rapporto all’aggressività e alle false solidarietà europee soprattutto, che stanno, come sempre dividendo, i paesi capitalistici.

Al di là dei pericolosi deliri di Bolsonaro e Trump, quello che emerge è l’incapacità dei sistemi neoliberisti di essere solidali gli uni con gli altri, in ragione di interessi ed economie. E’ un aspetto simbolico diventano, in tal senso, le manovre militari Usa in Europa, con l’operazione  “Defender Europe 2020” che non si sono arrestate neanche nel contesto di una pandemia. Come anche la libertà di scelta delle aziende italiane che fabbricano armi se sospendere o meno le produzioni…

FONTE e immagine in evidenza: PRENSA LATINA

Credits: Social media

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