di Marco Marano
La nuova tragedia del mare racconta di 150 morti tra uomini, donne e bambini, mentre i governi europei giocano a rimpiattino con l’autoritarismo italiano che continua a negare i cadaveri nel Mediterraneo.
Bologna, 26 luglio 2019 – I numeri e le immagini sul nuovo eccidio del mare di ieri nel Mediterraneo sono impietosi: due barche che trasportavano circa 300 persone sono affondate a 120 km a est di Tripoli; di questi 150, compresi donne e bambini, sono annegati, mentre altre 145 sono riusciti a salvarsi, secondo il triste conteggio dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM). I sopravvissuti, sono stati soccorsi dai pescatori locali, poi raccolti dalla Guardia Costiera libica, che li ha riportati nei centri di detenzione.
Un eccidio come gli altri
La maggior parte di questa gente proveniva da paesi ad alto rischio per guerre, instabilità e dittature come Sudan, Eritrea, Etiopia, Palestina. L’agenzia Associated Press ha sentito un sopravvissuto eritreo: “Nel pomeriggio, siamo partiti dalla Libia per andare in Italia, ma dopo un’ora la nave ha iniziato ad affondare e la maggior parte delle persone è annegata“.
I migranti carne da macello dei contendenti
Allo stato attuale si registrano 700 morti nel Mediterraneo nel solo 2019. Secondo le stime dell’Unhcr, questa tendenza porterà a più di mille decessi in mare entro la fine dell’anno. Ma il governo italiano continua a negare che si muore nel Mediterraneo, poi però parla ancora di emergenza migratoria, per legittimare il proprio autoritarismo.
Dalla crisi migratoria alla crisi umanitaria
In questo momento in Libia ci sono 6000 rifugiati rinchiusi dentro i centri di detenzione. In tutto ci sono 50.000 rifugiati registrati in giro per il paese, uno dei più insicuri del mondo. Questi diventano carne da macello dei due leader che si stanno combattendo, all’interno della guerra civile: scudi umani di Serraj e bombardamenti di Haftar. La storia da raccontare è che si è passati dalla crisi migratoria inventata alla crisi umanitaria vera.
Uno scempio utile a tanti
A nulla valgono le richieste da parte dell’Onu di costruire canali umanitari per far fuoriuscire dai lager libici gli “schiavi” detenuti. Ma le Nazioni Unite hanno anche sollecitato l’Unione europea a smettere di sostenere la Guardia costiera libica, visto che è parte in causa di questa tragedia umanitaria, cerniera tra i clan che gestiscono i barconi e il governo di accordo nazionale, di questi alleati, che usa i migranti come merce di ricatto.
FONTE Al Jazeera
Immagine in evidenza AP
Credit AP, AFP