di Marco Marano
Un padre venticinquenne salvadoregno insieme alla figlia di pochi mesi, sono stati trovati annegati nelle acque del Rio Grande, al confine tra i due paesi che hanno sottoscritto un accordo liberticida per fermare la fuga dei migranti.
Bologna, 26 giugno 2019 – Oscar Alberto Martinez Ramirez e la figlia Angela Valeria di 21 mesi, sono stati trovati morti, ieri l’altro, tra le acque del Rio Bravo, al confine tra Usa e Messico, dopo un giorno di ricerche, interrotte nella notte tra domenica e lunedì. L’intento del giovane padre era quello di superare il confine di Brownsville in Texas, partendo dal campo profughi messicano di Matamoros, denominato “Puerta Mexico”.
Quell’umiliazione che passa dall’attesa forzata
Il motivo dell’improvvisa fuga, che fortunosamente ha risparmiato la vita alla moglie e madre Tania Vanessa Avalos di 21 anni, è stata generata dal fatto che i tempi per le procedure di richiesta asilo agli Stati Uniti si sono allungati volutamente per sfiancare le persone e convincerle a tornare indietro. Anche questo elemento è rientrato nell’accordo liberticida tra il governo messicano e quello statunitense. In questo momento nei due campi di Matamoros ci sono 2000 persone in attesa di riconoscimento dell’asilo politico da parte degli Usa: le richieste vengono evase tre alla settimana…
Fuga per la morte
La giovane famiglia salvadoregna si trovava al confine già da aprile. Le loro speranze di poter raggiungere una vita migliore si affievolivano giorno dopo giorno, soprattutto dopo le strettoie procurate dal nuovo accordo tra Donald Trump ed il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador.
Così, domenica, visto che le acque del fiume sembravano tranquille, decidevano di attraversarlo a nuoto, insieme ad un altro richiedente asilo. Ad un certo punto la corrente iniziava a farsi insistente. La ragazza in difficoltà riusciva a mettersi in salvo grazie alla quarta persona partita con loro. Ma mentre veniva salvata, vedeva il marito e la figlioletta inghiottiti dal fiume. Saranno ritrovati il giorno dopo.
La difficile interpretazione della realtà
La madre e la sorella di Óscar Alberto, avevano parlato con lui, tramite facebook, poco prima di scomparire nel fiume. Hanno raccontato della paura dei due giovani genitori rispetto alla situazione di tensione prodotta dallo scellerato accordo dei due capi di stato, in barba ai più elementari diritti di umanità. Da elsalvador.com riportiamo la seguente dichiarazioni della madre: “Hanno detto di avere paura sul modo in cui la situazione dei migranti era stata messa sotto pressione da Trump: ecco perché hanno deciso di attraversare il fiume. L’idea era di consegnarsi alla polizia di frontiera degli Stati Uniti “. Un’idea fuori da ogni principio di realtà, proprio perché la polizia americana li avrebbe poi respinti…
Migliaia di dollari chiesti dal Salvador per il rientro delle salme
Ma lo strazio non è finito ancora per la vedova e la famiglia dell’uomo, vittima degli accordi bilaterali, poiché occorrono tanti soldi che non hanno per rimpatriare le salme. Il ministero degli esteri salvadoregno ha chiesto alla famiglia indigente 7.500 dollari. La famiglia non ha potuto fare altro che aprire una colletta pubblica presso il Banco Davivienda…
FONTI: AP, Jornada, elsalvador.com
Immagine in evidenza: Julia Le Duc
Credits: Julia Le Duc, AP