di Marco Marano
Alcuni senatori repubblicani sono stati “comprati” dai lobbisti arabi, per sostenere il nefasto conflitto. Intanto è in votazione un disegno di legge che metterebbe fine al nefasto conflitto.
Bologna – Sono trentasette i senatori repubblicani che hanno votato mercoledì 28 novembre contro il disegno di legge parlamentare che metterebbe fine al sostegno statunitense nella guerra in Yemen da parte dell’Arabia Saudita. Di questi, cinque sono stati pagati, tra il 2016 e il 2017, da aziende che rappresentano gli interessi sauditi: Roy Blunt, John Boozman, Richard Burr, Mike Crapo e Tim Scott. A rivelarlo è stata un’indagine del Center for International Policy (CIP).
Come mantenere viva una guerra
L’attività di lobbying negli USA indicano che la spesa saudita per influenzare le scelte politiche è tra i primi dieci paesi, soprattutto in termini di contributi elettorali. Nel 2017 sono stati “investiti” dall’Arabia Saudita 18 milioni di dollari, contro i 6 milioni di quest’anno, secondo le rivelazioni al Dipartimento di giustizia rese disponibili attraverso lo strumento Foreign Lobby Watch del Center for Responsive Politics.
Così, come rilevato da Al-Jazeera, Blunt, uno dei due senatori del Missouri, ha ricevuto nel 2017 almeno 19.200 dollari, mentre Boozman, Burr, Crapo e Scott, che rappresentano rispettivamente Arkansas, North Carolina, Idaho e South Carolina, hanno ricevuto contributi che vanno da 1.000 – 2,500 dollari tra il 2016 e il 2017.
Tutti insieme contro Trump
Il disegno di legge trasformatosi in un’avventura bipartisan sembra sia stata innescata dai fatti relativi all’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi, fatto a pezzi nella sede consolare saudita di Istanbul, di cui la CIA, sembra aver portato prove inconfutabili. Prove occultate da Trump che vuole porre il veto nel caso in cui la risoluzione passasse…
Una linea promossa dal senatore radicale Bernie Sanders, uno dei principali promotori del disegno di legge: “Abbiamo già visto morire – ha affermato Sanders – di fame 85.000 bambini, l’ONU ci dice che milioni di persone stanno soffrendo la fame, 10.000 nuovi casi di colera si stanno sviluppando ogni settimana perché non c’è acqua potabile nel Paese”. E poi scuole e ospedali distrutti, come centrali elettriche come tutte le infrastrutture fondamentali per ogni comunità.
La risoluzione parlamentare americana forse potrebbe rappresentare l’ultima possibilità di un reale cessate il fuoco, dato che quello annunciato pochi giorni or sono è durato molto poco.
FONTE: Al-Jazeera
Foto in evidenza: La Presse