Forum del pensiero critico: ‘Un altro mondo è necessario’

di Marco Marano

C’è  una frase che in questi giorni a Buenos Aires rappresenta oltre che uno slogan la chiave di lettura del nostro tempo: se l’1 per cento della popolazione detiene le ricchezze del mondo il restante 99 per cento le deve subire…‘

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Bologna – Il I Forum mondiale del pensiero critico si è posto l’obiettivo d’incoraggiare le politiche di quei “leader internazionali che rappresentano ed esprimono gli ideali di lotta per società più giuste ed egualitarie”. Organizzato dal Consiglio latinoamericano delle scienze sociali (CLACSO), una organizzazione non governativa tesa a promuovere “la ricerca sociale per combattere la povertà e la disuguaglianza, il rafforzamento dei diritti umani e la partecipazione democratica, politiche di sviluppo sostenibili in termini economici, sociali e ambientali”.

Tutti insieme gli oppositori al neoliberismo

46451063_1857279721036545_1587884885761064960_nIl Forum, ripreso da varie dirette Facebook, si è svolto dal 19 al 23 novembre a Buenos Aires, in antitesi con il vertice del G20 che si terrà nella capitale argentina fra il 30 novembre ed il primo dicembre. I partecipanti più rappresentativi sono stati Dilma Rousseff, ex presidente del Brasile, defenestrata grazie ad al golpe istituzionale, l’ex presidente argentina Cristina Kirchner, il vicepresidente boliviano Álvaro García Linera, l’ex presidente colombiano Ernesto Samper, uno dei fondatori di Podemos Juan Carlos Monedero, il fondatore di Le Monde Diplomatique Ignacio Ramonet. Ma a questi nomi si aggiungono i rappresentanti di tantissimi movimenti sociali latino-americani, come anche esponenti di organizzazioni mediatiche alternative al sistema mainsteream, come i Midia Ninja brasiliani.

Dall’America Latina all’Europa

46779869_1857280467703137_8608536134013681664_nSe i temi affrontati sono stati legati alla recrudescenza dei governi di destra neoliberisti, portatori di tagli alla spesa pubblica, concentrazione di ricchezze, privatizzazioni forzate, esclusione e deportazione delle popolazioni native dalle loro terre e conseguenti aggressione sistematiche, fino agli omicidi mirati, c’è da dire che gli stessi temi sono presenti anche in Europa, declinati all’interno di tematiche simili, anche se quasi tutte concentrate sul tema delle migrazioni.

I governi oligarchici all’arrembaggio

Ma in America latina la ripresa del potere di governi  reazionari, che garantiscono le oligarchie finanziarie e affamano i popoli, in spregio ai diritti fondamentali, sembrano essere diventati il motivo dominante del nostro tempo. Così in Argentina, paese ospitante, nuova46470469_1857280191036498_5976753292271681536_nmente sull’orlo del default finanziario… Così in Honduras, la cui carovana verso gli USA, con il passaggio dal Messico, è la chiave di lettura più emblematica.

Così in Brasile dove per due anni un ceto parlamentare per due terzi inquisito per corruzione e altri crimini fino all’omicidio, ha defenestrato, al di fuori del vincolo costituzionale, la presidentessa Rousseff e fatto arrestare e condannare l’ex Presidente Lula senza uno straccio di prova. In tal modo il giudice Moro, che ha creato la trappola per l’ex presidente operaio, impossibilitato a candidarsi alle elezioni, è stato nominato ministro della giustizia dal nuovo presidente Bolsonaro, dichiaratamente fascista.

E poi ancora Cile, Salvador, Colombia, Ecuador… Intanto, però, per l’opinione pubblica occidentale l’unico vero paese che mette in discussione i diritti fondamentali dei popoli è il Venezuela, per il resto il giornalismo di massa ha decretato che tutto va bene…

Nuove strutture di potere per i bisogni dei popoli

46479502_1857279764369874_8683909120681574400_nL’ex presidentessa argentina Cristina Kirchner, ha lanciato la sua visione relativamente all’allarme legato ai poteri costituzionali che possono garantire, all’unisono, sistemi oligarchici, per pochi: “Occorre costruire una nuova categoria, un nuovo fronte internazionale contro il neoliberismo (…) Occorrono nuove architetture costituzionali per garantire la democrazia (…) La separazione dei poteri è un modello settecentesco, proveniente dalla rivoluzione francese nel 1789 (…) E‘ necessario permettere ai popoli la partecipazione alle decisioni legislative ed esecutive… Il 70 per cento della società sta fuori dagli interessi del Potere (…) Occorrono nuove strutture di potere per regolare i nuovi bisogni dei popoli…“

I popoli devono unirsi

20181120004103_35290573_0_body-768x512Ma il discorso che ha commosso un po‘ tutti è stato quello di Dilma Rousseff, poiché il caso brasiliano è la vera rappresentazione di quello che sta accadendo in America Latina: “I popoli dell’America Latina devono unirsi perché le nostre democrazie  corrono il rischio di sprofondare nel neoliberismo e neofascismo“.

La Rousseff ha parlato nel panel “Democrazia, cittadinanza e stato di eccezione”, facendo la ricostruzione delle varie fasi del golpe, attraverso cui lei ha subito un impeachment al di fuori delle regole costituzionali, mentre Lula è stato arrestato e condannato, senza nessuna prova, dal giudice diventato adesso ministro.

I connotati del golpe brasiliano

EITAN ABRAMOVICH AFP

Il golpe istituzionale brasiliano, ha visto il sistema mediatico stravolgere la realtà, e questo è un punto di non ritorno, ma la cosa ancora più tragica è che i media occidentali, tranne qualche esempio tipo Le Monde o The Guardian, non solo non ne hanno parlato ma hanno anch’essi trasformato la realtà: “Dobbiamo essere – ha osservato Rousseff – in grado di capire e comprendere se vogliamo cambiare le cose”.

Pur nelle difficoltà e pur avendo commesso tragici errori politici, sia i governi di Lula che quello di Dilma Rousseff, erano riusciti a far uscire fuori dalla povertà assoluta milioni di persone: “Vogliono distruggere i risultati raggiunti dai governi del partito dei lavoratori. Avevamo iniziato ad avviare la distribuzione della ricchezza, generando l’accesso alla terra e alla casa”.

Nei due anni di golpe istituzionale la violenza nei confronti del popolo marginalizzato ha avuto una impennata tragica, la cui vicenda più drammatica è l’assassinio della consigliera comunale di Rio de Janeiro Marielle Franco, attivista dei diritti umani, che  difendeva i cittadini delle favelas dalla violenza della polizia, mandante dell’omicidio.

Così neoliberismo e violenza diventano l’uno l’interfaccia dell’altra: “La violenza – ha sottolineato Dilma Rousseff – è sempre stata il principale strumento del controllo sociale (…) La democrazia entra sempre in crisi quando il neoliberismo concentra le sue ricchezze (…) In Brasile c’è da sempre un’idea conservatrice che rimbalza quando non c’è possibilità di transizione democratica. In ogni caso era impensabile che l’estrema destra vincesse un processo elettorale. Quando la democrazia è fragile il neoliberismo raggiunge il suo obiettivo”

Un altro mondo è possibile

46501251_1858770114220839_5286338222857650176_nLa lettera che il presidente Lula ha inviato al consesso riunito a Bueons Aires ha anch’esso destato commozione, date le sue condizioni di recluso: “Sono estremamente felice che in un momento in cui parte dell’America Latina e del mondo sta vivendo l’arretratezza delle menzogne, ora chiamate Fake News, della violenza politica e della persecuzione giudiziaria, un altro mondo è possibile e necessario …”

FONTI: CLACSO, Midia Ninja

CREDITS: Clacso, AFP

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