di Marco Marano
Non si contano più le violenze quotidiane dei gruppi fascisti organizzati, che in strada spesso vengono supportati dalla polizia, così come per il pestaggio di Bari. E’ ormai urgente la riorganizzazione dei servizi d’ordine durante le manifestazioni.
Bologna – La dinamica dell’agguato ai militanti antifascisti, in coda alla manifestazione di Bari di venerdì scorso, rappresenta uno dei momenti di sintesi che possono meglio rappresentare le modalità relative al dispiegamento sul territorio delle milizie fasciste che sostengono l’attuale ministro degli Interni. Hanno potuto avere mano libera, poiché la polizia non si è occupata del presidio di Casa Pound che cinturava pezzi di strade adiacenti alla loro sede, vicino alla quale si svolgeva la manifestazione.
Dopo che qualcuno li mandava a quel paese, con un “fascisti di merda”, si sono inventati un agguato alla loro sede, hanno preso di mira persone inermi e hanno picchiato duro... Sono stati aggrediti dalla squadraccia, l’europarlamentare di Potere al Popolo Eleonora Forenza, Giacomo Petrelli suo assistente parlamentare e Claudio Riccio di Leu.
Cioè a dire una organizzazione dichiaratamente illegale, dal punto di vista del codice penale, blocca una strada mentre è in corso una manifestazione antifascista e la questura non si pone il problema di disperdere quel presidio…?
Non se lo pone poiché sono dalla stessa parte, difendono entrambi lo stesso “padrone”, in una logica che perfettamente rispecchia la tradizione del fascismo italiano, il quale, dopo la seconda guerra mondiale, si è nascosto proprio dentro le questure, oltre che nell’esercito, nei servizi e nella massoneria.
La dinamica dei fatti
Sentiamo come sono andati fatti seguendo le dichiarazioni rilasciate al quotidiano “il manifesto” da Eleonora Forenza…
“Avevamo da poco terminato di sfilare alla manifestazione antifascista “Bari non si lega”, tornavamo verso le nostre macchine, quando ci siamo fermati per prestare assistenza ad una ragazza eritrea visibilmente impaurita. Insieme ad un’amica e ad una bambina piccola, dovevano attraversare via Crisanzio, dove abitano, che però in quel momento era del tutto bloccata perché presidiata dai militanti fascisti di Casapound. E in questo quartiere avere la pelle scura non ti fa certo stare tranquilla. Un gruppo di questi squadristi, almeno cinque, ci è venuto incontro, aggredendoci verbalmente, per poi passare alle vie di fatto, colpendo il nostro gruppo di persone con mazze e cinghie, lasciando due compagni a terra. Il mio assistente, Antonio Perillo, 36 anni, è ora all’ospedale Mater Dei con trauma cranico. Ci hanno urlato: “Ve ne dovete andare”. La via non era presidiata dalle forze dell’ordine, non c’era alcun controllo: nonostante il nostro corte sia stato guardato a vista da decine di agenti. Possibile che non era stato predisposto alcun controllo? Le forze dell’ordine sono arrivate quando tutto era finito. E alla fine le cariche sono state riservate ai compagni giunti per protestare contro la vile aggressione di cui siamo stati vittime. “
Dopo che gli aggressori fascisti sono scappati interveniva la polizia per caricare un gruppo di antifascisti un po’ imbufaliti per l’accaduto…
La deriva senza ritorno della repressione
Se la nuova guerra civile che si sta prospettando all’orizzonte non viene letta rapidamente si rischia che prima o poi ci scappa il morto. Presto, in seguito ai vari decreti liberticidi, si legittimeranno vessazioni repressive sempre più senza vergogna. E’ già realtà l’allarme dell’Onu sull’impennarsi in Italia del pericolo democratico…
E’ arrivato il momento da parte dei cittadini, dei gruppi militanti, delle organizzazioni e movimenti di porsi nella logica della sicurezza per manifestare la resistenza antifascista, e l’organizzazione di servizi d’ordine strutturati oramai è di inoppugnabile necessità…
Foto in evidenza: Gazzetta del Mezzogiorno_ Luca Turi