Cessate il fuoco! Accordo tra Hamas e Israele

di Marco Marano

Dopo una drammatica notte di guerra, Hamas ha proposto al governo di Netanyahu la fine delle ostilità che lo stato ebraico sembra voler accettare.

Bologna – La notizia ha cominciato a circolare stamattina, dal sito di Al_Jazeera. Se ieri sembrava che la situazione stesse precipitando da un momento all’altro, in seguito ai violenti bombardamenti tra l’aviazione israeliana e le postazioni della Jihad islamica, oggi, grazie alla mediazione egiziana, sembra sia stato raggiunto l’accordo per il cessate il fuoco.

Il vice capo di Hamas Khalil al-Hayya ha dichiarato, come riporta il network arabo, che fino a quando Israele rispetterà l’accordo la tregua verrà rispettata: “Un numero di mediatori è intervenuto nelle ultime ore, e un accordo è stato raggiunto per tornare al cessate il fuoco a Gaza”.

L’intervento dell’Egitto

170009_141810_unnamedDa quello che si evince, sembra che nel giro di poche ore la situazione si sia completamente ribaltata. Questo avveniva dopo che Israele aveva emesso un comunicato in cui segnalava che se fossero continuate le ostilità della Jihad islamica lo stato ebraico avrebbe adottato “misure di rappresaglia più severe”: in poche parole una dichiarazione di Guerra.

A tal punto, non sono state le diplomazie di Egitto e Israele a concordare il cessate il fuoco, anche perché i tempi formali non avrebbero consentito un risvolto così celere, ma bensì i servizi segreti dei rispettivi paesi.

Vicini alla guerra

Smoke rises after Israeli warplanes carried out an air strike over residential areas in Gaza City overnight Tuesday Ashraf Amra_AnadoluCerto è che la giornata di ieri è stata una delle più drammatiche dal 2014, quando il riaccendersi del conflitto causò la morte di 2251 palestinesi, la gran parte civili, e 66 soldati israeliani. A conclusione delle azioni di ieri un comunicato dell’esercito dello stato ebraico sottolineava che sono stati colpiti 60 obiettivi della resistenza palestinese, in seguito ad un “raffica di proiettili” lanciata da Gaza nel sud di Israele.

Da una corrispondenza dell’agenzia di notizie kurda Anha, intercettata ieri: “Gli aerei israeliani hanno lanciato incursioni nel governatorato centrale della Striscia di Gaza prendendo di mira il sito di Fajer che è collegato al movimento della Jihad islamica con almeno 7 missili. I bombardamenti hanno causato danni considerevoli all’area in questione. Le fazioni palestinesi hanno lanciato circa 25 mortai sugli insediamenti adiacenti alla Striscia di Gaza provocando danni al campo di Eshkol e ferendo un uomo israeliano. L’esercito israeliano ha annunciato che il sistema anti-missile a cupola di ferro ha intercettato una raffica di razzi lanciati dalla Striscia di Gaza”.

Le ostilità sono iniziate dopo che nella notte di domenica, sotto le recinzioni al confine, era stato trovato un ordigno pronto ad esplodere. Così, un carro armato israeliano a colpito, uccidendoli, tre militanti della Jihad islamica.

La barca della speranza

Mohammed SalemReutersSempre nella giornata di ieri si è svolta l’azione di quella piccola imbarcazione palestinese che ha preso il largo dalle coste della Striscia di Gaza. Nella barca vi erano persone malate, studenti, feriti in seguito alle manifestazioni di massa lungo il confine.

In tutto 17 persone con l’intento di rompere l’assedio o apartheid, che dirsi voglia, imposta da Israele, per approdare nel porto cipriota di Limassol. Il loro intento era naturalmente dimostrativo, dato che è stato lungamente pubblicizzato.

Tutto il mondo si è chiesto se i militari israeliani sarebbero arrivati al punto di uccidere deliberatamente quelle persone imbarcate… Fortunatamente così non è stato. Il mezzo veniva fermato dopo poche ore di navigazione e costretto a dirigersi nel porto israeliano di Ashdod.

FONTI: Al-Jazeera, Anha, il manifesto – CREDITS: Afp, Reuters, Anadolu

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