di Marco Marano
L’Unione delle Comunità del Kurdistan ha pubblicato un rapporto che descrive le difficoltà dei soldati di Erdoğan contro la resistenza, mentre il Tribunale Permanente dei Popoli smonta la narrazione sul “popolo terrorista”.
Bologna – La strategia militare della guerriglia kurda, nel nord della Siria, sta sortendo effetti positivi in molte aree dove l’occupazione turca ha determinato distruzioni, genocidio della popolazione e deportazioni. La “tattica d’azione” ha portato a buon fine diverse operazioni senza causare vittime tra le file della resistenza. Al di là della potenza anche tecnologica dell’apparato bellico turco, sul campo di battaglia non riesce a prevalere.
Le potenze fasciste contro la democrazia
“Con oltre 70 soldati colonialisti uccisi la scorsa settimana ad Agri, Lelîkan, Ebdilkovi, Bradost, nella collina di Xwedê, e nelle zone di Medya, all’invasione del governo fascista AKP-MHP (le organizzazioni politiche che formano il governo turco, ndr), si è replicato con durezza. Il nemico si pente di aver occupato la regione di Bradost. Queste azioni mostrano che la guerriglia risponde agli attacchi dell’esercito turco con una tattica ben riuscita”.
Uno dei più potenti eserciti del mondo, quello turco, sul campo, sta trovando difficoltà a gestire l’occupazione del territorio, grazie a quelli che sono stati ribattezzati “Guerriglieri della libertà”.
“Le politiche aggressive e fasciste degli ultimi anni del AKP-MHP contro il popolo e i guerriglieri saranno certamente infrante dalla resistenza e le azioni del nostro popolo, della guerriglia kurda, dei popoli della Turchia e di tutti i popoli del Medio Oriente, determineranno la liberazione dalle potenze fasciste che sono contro la democrazia “.
Ad est dell’Eufrate
Intervistato dall’agenzia di stampa kurda ANHA, Sherko Heseke, membro del comando delle forze democratiche siriane (SDF), ha dichiarato che dopo aver liberato la regione al-Dishasha di Deir ez-Zor, come parte dell’operazione Cizire Storm, verrà definita la linea di confine e la città di Hajin sarà la prossima ad essere liberata.
Le unità specializzate delle SDF stanno bonificando tutto il territorio ad est dell’Eufrate dalle mine antiuomo piazzate dalle bande dell’Isis, affiliate all’esercito turco. Purtroppo, anche in questo caso, si sta replicando l’atroce copione del sedicente Stato islamico, visto l’uso dei civili come scudi umani proprio intorno ad Hajin.
Sherko Heseke: “Le bande dell’ISIS prendono di mira i civili che vogliono fuggire dalle zone occupate. Questo è il motivo per cui è molto difficile per loro lasciare queste aree “.
In tal senso le SDF stanno espletando non solo funzioni di tipo militare, ma anche, diciamo così, di protezione civile, poiché ogni giorno la gente comune che riesce a fuggire nelle zone limitrofe all’occupazione jihadista, sotto il controllo kurdo, viene accolta in aree protette.
Poi c’è il tema della guerra mediatica, poiché alcuni media vicini al governo turco, stanno inventando scontri tra le SDF e l’esercito regolare siriano. Cosa naturalmente falsa, poiché l’autoproclamato sistema confederale del nord della Siria, invocando non l’indipendenza ma l’autonomia, vede nel governo siriano un interlocutore…
Il Tribunale Permanente dei Popoli
E’ notizia di oggi quella relativa alla Conferenza di presentazione, al Parlamento Europeo di Bruxelles, del verdetto emesso dal Tribunale Permanente dei Popoli, sulla violazione delle leggi internazionali di cui si è resa colpevole la Turchia contro il popolo kurdo, tra il gennaio 2015 e il gennaio 2017. Le audizioni si sono svolte a Parigi il 15 e 16 marzo.
“Lo Stato turco è stato ritenuto responsabile di aver negato il diritto all’auto-determinazione internazionale del popolo kurdo, la negazione dell’identità e della presenza del popolo kurdo e la repressione per concorrere al potere politico, economico e culturale del paese, che è interpretata come una minaccia all’autorità dello Stato turco. Il TPP ha identificato la negazione del diritto all’autodeterminazione la causa principale del conflitto armato tra i kurdi e la Turchia “.
Con questa motivazione viene ribaltata un’altra narrazione deliberatamente mistificata, quella che definisce “terrorista” un popolo che da un secolo lotta per la sua autonomia.
“Il TPP ha determinato che il presidente Erdoğan è responsabile di incitamento e legittimazione della violenza in modo sproporzionato e indiscriminato, rivolta contro i combattenti armati kurdi e la popolazione civile, tutto ciò per aver qualificato come terroristi i kurdi che vivono nelle aree di conflitto, nonché dei loro rappresentanti scelti… Il PTT ha anche riconosciuto la Turchia colpevole di crimini di Stato, tra cui omicidi mirati, esecuzioni extragiudiziali, sparizioni forzate, commessi da diversi rami delle forze di sicurezza dello stato e dei servizi segreti, in Turchia e all’estero, in particolare in Francia”.
Fonti e credits: ANF, ANHA