Le immagini terrificanti della mattanza del carcere di Santa Maria Capua Vetere, sono semplicemente le ultime che raccontano come le forze dell’ordine italiane, utilizzando sistematicamente la tortura, non sposano il modello dello stato di diritto ma un modello autoritario. Ma questo com’è stato mai possibile? Scopriamolo, facendo alcuni passi indietro, che ci portano nell’ l’immediato dopoguerra italiano, quando le operazione speciali della Cia diedero l’avvio al programma segreto Stay Behind, riportando una moltitudine di ex fascisti dentro le stesse istituzioni democratiche, e negli organismi di sicurezza, militari e paramilitari…
di Marco Marano
Ormai la retorica di Stato italica, con il suo mantra sempre uguale, quello delle “mele marce”, è stato superato dai fatti di questi anni, probabilmente a partire da Genova: Diaz e Bolzaneto… Solo gli sciocchi, gli opportunisti e chi si rifà al fascismo, possono pensare a dei casi sporadici… E’ un sistema culturale, o forse sarebbe meglio dire sub culturale, che individua dei nemici da abbattere a prescindere…
L’esercizio della violenza, della tortura, delle umiliazioni è una condizione culturale, in uno stato di diritto, su cui si sorregge l’intera impalcatura delle forze di sicurezza italiane. L’idea del “comunista zecca” da abbattere, l’idea del drogato senza diritti di cittadinanza, da abbattere, l’idea del carcerato da abbattere come un vitello, riporta ad una visione da “Stato Etico”, molto simile a quello della pulizia etnica, che in altre parti del mondo viene sistematicamente usata.
Ma come è potuto accadere che il primo ventennio del ventunesimo secolo, regalasse all’Italia questa orribile deriva autoritaria, per cui il normale cittadino deve avere paura delle forze dell’ordine, come in una qualsiasi dittatura? Le risposte sono concentrate agli albori del sistema repubblicano, quando le forze di sicurezza italiane furono costituite sul modello autoritario del ventennio, all’interno dei quali furono fatti confluire uomini del regime fascista…
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Operazione Sacchi Neri
All’indomani dell’armistizio, una volta strutturata la partnerhip con la mafia italo-americana, prese avvio il programma clandestino dei servizi americani per gettare le basi sul controllo del sistema sociale. Il controllo di una società “demagnetizzata” dalla presenza delle organizzazioni d’ispirazione marxista: è la nascita di Stay Behind…
Così, il programma venne tradotto operativamente in “operazioni speciali”, che qualcuno, dentro i servizi ribattezzò “operazioni sacchi neri”. Si, perché qualsiasi attività clandestina doveva essere finanziata, e i dollari arrivavano di nascosto dentro, appunto, dei sacchi neri.
Erano due i versanti su cui le operazioni speciali dovevano convergere. Il primo era rappresentato dall’organizzazione di strutture clandestine armate. Il secondo era quello delle azioni di sabotaggio e di manipolazione sociale, soprattutto in funzione elettorale.
Da Oss a Cia
Siamo ancora nel 1946 ed i servizi americani non possono più avere la dimensione organizzativa dell’Oss, congegnata prima della guerra. Occorre un nuovo organismo, per costruire reti in Europa contro l’avanzata dei partiti comunisti.
In Italia, in quell’anno, arriva dagli Stati Uniti, Carmel Offie, colui il quale avrà grande rilievo nella strutturazione del sistema di difesa clandestino. Il suo peso assunse proporzioni maggiori dal 1947 in poi, con la nascita della nuova agenzia: la Cia. Questo perché egli sostenne e riuscì ad impostare un’autonomia organizzativa, decisionale e operativa, dal corpo politico dello Stato, interrotta con l’insediamento di Claire Luce come ambasciatrice.
Sotto copertura
Un’autonomia che serviva ai governi americani, poiché formalmente le operazioni speciali, essendo illegali, se fossero uscite fuori dovevano essere disconosciute. Questa situazione è infatti spiegata nella direttiva Cia del NSC 10/2 del 18 giugno 1948, che riguardava le cosiddette “Cover Operation”. Erano attività segrete, in affiancamento ad altre di carattere pubblico, che si svolgevano all’estero.
Quindi, in poche parole venivano create attività pubbliche negli stati europei che servivano da copertura per delle operazioni segrete di intelligence. La copertura veniva pianificata in modo tale da impedire ad ogni costo di risalire ai responsabili delle azioni stesse.
Il ruolo dei fascisti nella formazione del Doppio Stato
L’attività di Carmel Offie era tesa alla formazione del Doppio Stato, attraverso il reclutamento degli ex fascisti da inserire in organismi militari e paramilitari, quindi persone in grado di usare armi ed esplosivi. Addestrati prevalentemente in Sardegna, in campi ad hoc. Di questi c’era una lista di duemila nomi pronti a partire non appena l’avanzata dei comunisti fosse stata inequivocabile.
L’altro tipo d’azione della spia americana era invece indirizzata alla pianificazione del sistema di schedatura degli avversari in vista delle elezioni del 1948. L’incarico veniva affidato ad un certo generale Musumeci. L’anno dopo, nel ’49, egli portava a compimento la sua opera omnia, cioè la nascita del nuovo servizio segreto militare italiano: il Sifar.
C’è da considerare una cosa, e cioè che il Sifar sarà in qualche modo la cerniera che permetterà agli ex fascisti di rango di rientrare negli apparati dello Stato, non solo dentro il servizio ma anche nelle questure e nelle prefetture italiane, anziché essere arrestati e magari fucilati o mandati a marcire all’ergastolo.
Il sottobosco criminale delle azioni speciali
Ma Carmel Offie era solo la punta dell’iceberg. C’era un sottobosco pieno di personaggi squalificanti. C’è un rapporto del Dipartimento di Stato datato 1947, dove un funzionario esprime le sue perplessità su come stavano andando le cose in Italia.
In questo documento chi ricompare dai flutti del passato? Franck Gigliotti: “Temo che Gigliotti, anch’egli membro dell’Oss, stia cercando di attivare la vecchia banda dell’Oss in Italia come mezzo per combattere il comunismo. Come è noto le attività di quel gruppo, messo in piedi per la maggior parte da italoamericani quali Scamporino e Corvo, sono sempre state di dubbio valore e i più sono stati rispediti a casa quando Bob Joyce ha preso la direzione in Italia”.
La famigerata Direzione generale dei servizi di difesa civile
Un ultima nota, non possiamo non spenderla per il Ministro dell’Interno di Alcide De Gasperi Mario Scelba, non fosse altro perché le peggiori trame oscure relativamente al sabotaggio del sistema costituzionale non potevano che passare dalla sua postazione di potere.
E’ lui infatti che pianificava il sistema di sicurezza interno con la nascita del corpo di polizia, ispirato ai criteri del controllo sociale del regime fascista. La sua azione si è contraddistinta usando il canale dell’Ovra, il servizio segreto di Mussolini.
Così la nascita della “Direzione generale dei servizi di difesa civile” servì proprio a far rientrare gli agenti fascisti che si erano contraddistinti, durante il ventennio, per il loro anticomunismo.
Tratto da “La verità può aspettare“