Black Lives Matters: l’ultima mortificante espressione del calcio italiano

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La non adesione alla campagna contro le discriminazioni nel mondo da parte della nazionale azzurra, durante i campionati europei di calcio, sembra una barzelletta all’italiana, che rivela lo stato di anomia culturale in cui tutto il sistema calcio è ormai sprofondato da anni: questa è solo l’ultima sua mortificante rappresentazione…

di Marco Marano

Bologna, 29 giugno 2021 – Surreale, grottesco, fuori da qualsiasi principio di realtà, offensivo, mortificante, quello che accade a Coverciano… L’assurda motivazione che la Federazione Italiana Gioco Calcio, in linea con gli atleti della nazionale, ha voluto concedere agli italiani, sembra una barzelletta, all’italiana, appunto…

La non adesione contro le discriminazioni tra indolenza e stereotipia

Gli azzurri, insieme agli organi istituzionali, non aderiscono alla campagna contro le discriminazioni nel mondo, “Black Lives Matters”. Però, per non fare “sgarbo” a nessuno, se gli avversari si inginocchiano, lo fanno anche loro, solo in segno di rispetto nei confronti dei rivali in campo… Ci sarebbero tanti altri epiteti per rappresentare la pochezza di questo atteggiamento, ma non riteniamo dignitoso neanche elencarli…

L’Italia, si sa, almeno per metà della sua popolazione, è un paese di  indifferenti e indolenti… E questi tratti ci fanno riconoscere, prima di ogni altra cosa, nel mondo, attraverso la classica stereotipia: illegalità, mafia, corruzione… Quello che possiamo dire è che questo atteggiamento culturale è davvero la chiave di lettura del calcio italiano, sia dal punto di vista delle singole società, che degli organi istituzionali…

Tra camorra e debiti

I legami degli spalti con la camorra ormai rientrano nelle normali prassi quotidiane… E’ lì, infatti, che i clubs tradizionalmente mantengono e garantiscono i gruppi organizzati e violenti degli ultrà di casa loro.

Questo nel contesto di un indebitamento miliardario strutturale, che porta le società a stare sempre sul filo del rasoio, anche se poi non si taglia nessuno, se non le squadre più deboli o le cosiddette “provinciali”. Anche se il “tentato golpe” delle grandi squadre per la Super League, la dice lunga, molto lunga…

Gli affari delle consorterie

Ma c’è un altro elemento, sicuramente il più inquietante, che connota il sistema calcio italiano di oggi: essere avulsi dal sistema di regole giuridiche e culturali, a cui tutta la comunità sociale deve sottostare… L’invereconda vicenda del giocatore Suarez ne è una rappresentazione mostruosa, dato che il club bianconero della Juventus, ha fatto carte false per far ottenere la nazionalità italiana al giocatore in questione, alla stessa stregua di una consorteria lobbistica che si muove nell’illegalità diffusa.

Oppure, la questione riguardante la sospensione della partita tra Juve e Napoli, per ragioni di covid, quando l’Asl del capoluogo campano non aveva rilasciato il laissez passer  per la squadra partenopea, mentre il giudice sportivo dava la vittoria a tavolino al club bianconero, poiché le regole del calcio italiano travalicano la salute pubblica

I diritti televisivi, la cupola e le spie

In effetti la storia degli ultimi vent’anni del calcio italiano ci racconta dell’inabissamento di questo sport nei confronti della legalità, della trasparenza: dal predominio dei diritti televisivi di Mediast-Milan, alla cupola mafiosa di Moggi-Juventus, alla rete spionistica di Inter/Telecom-Moratti, con nel mezzo varie storie di partite truccate ad opera della camorra…

Se, per concludere, volessimo tirare le somme di questi ultimi vent’anni di calcio italiano, l’unica costante che individuiamo è quella relativa all’adozione di una sorta di “cultura massonica”, che pone il mondo del calcio italiano ad affrancarsi dalle regole sistemiche della società giuridica e civile.

Ecco che il meta-messaggio diventa chiaro:“Siamo indifferenti, in quanto strettamente legati al nostro mondo, ai nostri interessi, alla nostra ricchezza economica, alle nostre regole”. Questi sono i valori sportivi del calcio italiano di oggi, in perfetta linea con quel pezzo di popolo che si gira dall’altra parte…

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