di Marco Marano
Dopo la denuncia del senatore dell’opposizione Iván Cepeda, sui crimini contro l’umanità commessi dalla polizia, che rimangono impuniti, la situazione del paese continua ad essere posta all’attenzione della comunità internazionale.
Bologna, 18 settembre 2020 – Durante l’audizione di ieri della “Seconda Commissione Costituzionale Permanente“, del Senato colombiano, il parlamentare del Polo democratico alternativo, Iván Cepeda, che da poco ha ricevuto minacce di morte per il suo impegno sulla salvaguardia dei diritti civili, ha proposto all’aula di inviare una comunicazione alla Corte penale internazionale. La denuncia riguarda i crimini commessi dalle forze dell’ordine, che la settimana passata hanno generato l’uccisione di 15 persone per le proteste scatenate in seguito all’omicidio dell’avvocato Javier Ordóñez.
Secondo il senatore dell’opposizione, la responsabilità apicale di questa situazione è da affibbiare al presidente Iván Duque e al ministro della Difesa Carlos Holmes: “sono stati commessi – ha sottolineato Cepeda durante l’audizione – o si stanno commettendo crimini classificati nella giurisdizione della Corte penale internazionale, in una situazione di impunità”
Le proteste del 9 e 10 settembre, con quelle 14 persone uccise dalla polizia, durante una repressione ferocissima da paese autoritario, rappresentano semplicemente il punto parossistico di un’azione governativa chiaramente liberticida. Ancora Cepeda: “in meno di 24 ore, 14 persone sono state uccise (…) altre 218 sono rimaste ferite, 75 da armi da fuoco (…) E’ stato dato l’ordine o non è stato esercitato un controllo effettivo sulla Polizia”
Si, perché la denuncia del parlamentare dell’opposizione, alla Corte penale internazionale, di cui ha chiesto l’appoggio al Senato, riguarda anche i cosiddetti CAI, Comandi di Azione Immediata, luoghi, a quanto sembra dediti apparentemente ai fermi di polizia ma realmente alla tortura.
“Questo attacco armato generalizzato e sistematico contro la popolazione civile, segnato dalla brutalità della polizia, – ha continuato Cepeda – è il risultato del fatto che siamo sottoposti da mesi ai continui abusi e agli arbitri commessi dalla polizia colombiana (…) La domanda ovvia è se la polizia pratica la tortura in modo sistematico, e se i CAI sono centri di tortura (…) Non c’è dubbio – ha concluso Cepeda nella sua relazione – che ci siano state omissioni da parte del ministro della Difesa rispetto al suo dovere di direzione dell’istituzione”.
In tal senso, è gioco forza una riforma generale della polizia, richiesta a gran voce dal partito FARC. I due che hanno annunciato pubblicamente il sosteno alla denuncia da inviare alla Corte penale internazionale sono stati il senatore Roy Barreras, del Partido de la U, ed il consigliere di Bogotá Diego Cancino, del partito Alianza Verde.
FONTE: Telesur
Immagine in evidenza: EFE