In Guatemala bandiere bianche nelle case per chiedere aiuto alimentare

di Marco Marano

Accade anche questo nel continente delle oligarchie neoliberiste, le famiglie indigenti, legate all’economia informale, oltre a difendersi dalla pandemia, non hanno di che sfamarsi e l’unica speranza è quella di segnalare dalle proprie case che lì non c’è da mangiare.

BANDERAS DE AYUDABologna, 17 aprile 2020 – Accade a San Miguel Morazán, nel comune di El Tejar, presso il Dipartimento di Chimaltenango, a pochi chilometri dalla capitale guatemalteca. Molte famiglie, prevalentemente con donne sole, sostengono economicamente più persone: figli disabili e genitori malati. E lì iniziano a soffrire della mancanza di cibo. Sono famiglie che dipendono dal commercio informale: vendono tortillas, fanno lavori domestici, ma c’è anche chi lavora nei campi o nelle mense. Sono tutti lavori che non possono essere più espletati poiché dal 15 marzo è stato dichiarato in Guatemala lo stato di calamità a causa della pandemia da coronavirus.

Il razionamento governativo che non funziona

Prensa Libre_Víctor ChamalSi stimano in quell’area urbana circa 55 famiglie in questa condizione. Così, l’unica possibilità che hanno è di esporre una bandiera bianca dalle finestre o dai balconi, a simboleggiare che in quella casa non si mangia. E’ una richiesta d’aiuto a quei vicini che sono ancora in condizione di poter dare qualche derrata per sfamare soprattutto i più piccoli o i malati.

C’è da dire che il governo guatemalteco, con a capo il presidente Alejandro Gianmattei, ha pianificato una serie di misure tra le quali quella di raggiungere circa 200mila famiglie legate all’economia informale. Il tema è che dovrebbero essere i sindaci a fornire le liste, impossibili da redigere dato che l’economia informale per definizione non è ufficiale. Chi si presenta nei comuni per chiedere sussistenza, provando la sua condizione, sembra che venga respinto. Così le bandiere bianche diventano la prova inequivocabile che in quella casa ci sono persone da sfamare.

Oltre la pandemia c’è la fame

Ma se le contraddizioni dei paesi latinoamericani iperliberisti cominciano a venire al pettine, il contraltare sono le persone che vivono una condizione oltre che umiliante di vera criticità fisica, al di là della pandemia: “Chiediamo al governo di aiutarci con le razioni che stanno dando, preghiamo di andare dove è necessario“, racconta una donna anziana… Andare dove è necessario, soccorrere chi ne ha bisogno: solo una bandiera bianca diventa la certificazione del disagio…

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FONTE: Prensa Libre

Immagine in evidenza: Prensa Libre/Víctor Chamalé

Credits: Prensa Libre/Juan Diego González/Víctor Chamalé

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