di Marco Marano
Continua la barbarie nella “guerra dei bambini”, questa volta ne sono stati trucidati 4, per una media mensile, nell’ultimo anno, di 37 al mese: la Ong chiede che si fermi la vendita delle armi dai paesi occidentali.
Bologna, 27 marzo 2019 – Alle 9,30 del mattino di ieri, un missile ha colpito un distributore di carburante a 50 metri dall’ospedale rurale di Ritaf, sostenuto da Save the Children, a circa 100 kilometri da Saada, nel nord-ovest del Paese. L’ospedale aveva appena aperto i battenti, e questo ha determinato che le conseguenze dell’attacco sarebbero potute essere di gran lunga più drammatiche…
Sia il personale che i pazienti cominciavano a sopraggiungere, quando avveniva il bombardamento, targato Arabia Saudita. Le vittime sono state prevalentemente, come al solito, bambini, questa volta quattro sono stati trucidati, oltre ad un operatore sanitario e ad un addetto alla sicurezza. Il bilancio della mattinata si chiudeva con 8 persone ferite e 2 disperse.
Un attacco indiscriminato
Dal sito di Save the Children, leggiamo il comunicato stampa emesso durante il giorno: “Siamo scioccati e atterriti da questo attacco. Bambini innocenti e operatori sanitari hanno perso la vita in quello che sembra essere stato un attacco indiscriminato a un ospedale in un’area densamente popolata. Attacchi come questi sono una violazione delle leggi internazionali (…) Chiediamo che vengano applicate tutte le pressioni diplomatiche alle parti coinvolte nel conflitto per risolverlo immediatamente attraverso consultazioni e negoziazioni”.
La guerra dei bambini
In quattro anni di guerra i dati che emergono sono agghiaccianti: “400.000 minori sotto i 5 anni sono affetti da malnutrizione acuta grave, 46.000 rischiano di perdere la vita entro la fine dell’anno se non riceveranno assistenza adeguata…” Nell’ultimo anno sono stati uccisi 37 bambini ogni mese.
Ma quello dello Yemen è diventato uno scempio senza vergogna al punto da essere ribattezzata come “la guerra dei bambini”. Già, senza vergogna, poiché la democratica Europa e la patria della libertà propagandata, cioè gli Stati Uniti, continuano a vendere armi al partner privilegiato, l’Arabia Saudita. Un regime feudale e brutale, che però per il suo petrolio mette tutti d’accordo. Stati Uniti, Italia, Germania, sono i principali fornitori di armi ai barbari arabi: “Save the Children, che supporta l’ospedale colpito e sostiene i costi del suo staff, chiede l’immediata sospensione delle vendite di armi alle parti in conflitto nello Yemen, dove i bambini continuano a essere uccisi e mutilati indiscriminatamente”.
La barbarie promossa dai paladini della democrazia
La coalizione “barbarica”, sostenuta dalla comunità internazionale, è composta da Arabia Saudita e Emirati Arabi, i quali, in questi anni, hanno sempre utilizzato la medesima strategia, cioè quella di bombardare le città in modo assolutamente indiscriminato. Così gli obiettivi non sono stati solo di tipo militare ma hanno anche riguardato cerimonie, ospedali, scuole.
Se migliaia di civili sono stati trucidati dalla “grande alleanza”, ci sono milioni di persone, in quello che è considerato il paese più povero del mondo, senza cibo e medicinali, in un paese in piena carestia.
FONTI: Save the Children, Al Jazeera, AP
Immagine in evidenza: Save the Children
Credit: AP, Al Jazeera