Il consiglio delle donne nord siriane per una società aperta

 di Marco Marano

 Si sono incontrate per la prima volta, le donne della regione autonoma del nord ed est siriano, per continuare a costruire una società libera e democratica, contro l’invasione e le minacce della Turchia di Erdogan.

Bologna, 14 marzo 2019  Il primo incontro del Consiglio delle donne del nord e dell’est della Siria si è svolto nella città di Qamishlo, il 13 marzo. Hanno partecipato le rappresentanti di 21 partiti politici, di 23 organizzazioni femminili e dei consigli territoriali. Erano presenti inoltre le delegate del Coordinamento delle donne nell’Amministrazione autonoma nella Siria settentrionale e orientale e del Consiglio delle donne siriane (MSD). E’ stato nominato un comitato apposito di nove componenti per preparare il documento politico da sottoporre alla prossima riunione al fine di discuterlo e votarlo. Tutto questo avviene nel contesto di un’area, in cui la politica del terrore turca sta cercando di distruggere le conquiste di questo modello di democrazia dal basso, rappresentato dall’autoproclamata autonomia regionale.

Una società siriana libera e democratica

rojava-8-599x275E’ questo lo slogan con cui delegate e rappresentanti di tutti gli organismi di base territoriali, presenti all’interno della Regione Autonoma del nord della Siria, si sono date appuntamento ieri a  Qamishlo. Donne arabe, kurde, assire e armene hanno individuato il loro scopo nel rafforzamento del sistema territoriale e decisionale all’interno del quale la dimensione femminile è stata posta al centro delle dinamiche gestionali dell’area.

Fin dagli albori di questo modello unico al mondo di democrazia dal basso, risalente a sette anni orsono, i consigli territoriali e distrettuali sono stati dimensionati proprio sulla questione femminile in Medio Oriente, con l’abolizione di alcuni precetti come i matrimoni combinati, la sudditanza al mondo maschile, etc…

“Deve essere formato un sistema che unisca la visione e la volontà delle donne nella Siria settentrionale e orientale”.

 

Le stragi jihadiste delle donne

AFPIn questi anni però, le donne siriane sono state protagoniste in negativo della selvaggia aggressione jihadista… Il sacrificio delle donne yazide a Shengal, con stupri, schiavismo, vendita al mercato di Mosul e fosse comuni, ne è l’espressione più atroce, poiché esprime un modello utilizzato in tutti i luoghi dove l’Isis si è insediato. Ed è stato proprio questo l’ambito più dibattuto, nel contesto degli aspetti politico-organizzativi, cioè come superare gli effetti nefasti prodotti dai mercenari jihadisti.

“È un grande passo strategico per proteggere i passi in avanti delle donne nel nord e nell’est della Siria durante questi anni e per garantire i diritti sociali, politici e costituzionali delle donne nella futura Siria”.

 

afrin3Anche perché la distruzione dei corpi e delle anime non è stata solo la prassi dei militanti dell’Isis, ma anche dei fuoriusciti assoldati da Erdogan, il sultano turco, che con una operazione di trasformazione demografica e di pulizia etnica, ha occupato e “ridefinito” il distretto di Afrin.

“Tuttavia, è ancora necessario intensificare gli sforzi per raggiungere una vita giusta nella nostra società. Pertanto, deve essere formato un sistema che unisca la visione e la volontà delle donne nella Siria settentrionale e orientale”.

 

FONTI: ANHA

Immagine in evidenza: ANHA

Credit: AFP, ANF, UIKI

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