Elezioni di Midterm: ‘A loro i soldi a noi il popolo’

di Marco Marano

Lo slogan di Alexandria Ocasio-Cortez, l’esponente sandersiana neoeletta, di origine portoricana, è la chiave di lettura della nuova Camera dei rappresentanti americana, uscita fuori dalle elezioni di Midterm, passata sotto il controllo della maggioranza democratica, che vede la presenza di una nuova generazione di donne socialiste.

safe_imageBologna – Sono donne, nere, musulmane, latine e socialiste, cresciute prevalentemente sotto l’ala di Bernie Sanders, che durante l’ultima campagna presidenziale ha messo a regime una visione dell’America propria alla sinistra radicale. Sono 119 donne su 277 candidate ad essere state elette, secondo l’ultimo calcolo del Washington Post, tra Congresso e Governatorati. E’ l’altro volto degli States, quello che lo scrittore Norman Mailer definiva di “estasi e follia”, poiché nel paese a stelle e strisce hanno sempre convissuto conservatorismo e progressismo. In questa fase storica, la vittoria alla Camera di queste democratiche, si contrappone al sovranismo a sfondo fascistoide del Trumpismo…

Musulmane tra Africa e Medio Oriente

Forse uno scherzo del destino per il presidente sovranista americano ma le due donne di religione islamica provengono da aree del mondo caldissime: Somalia e Palestina. Il paese africano fu oggetto di un ordine esecutivo all’indomani dell’insediamento presidenziale: la Somalia era uno di quei paesi a cui veniva impedito l’accesso dei suoi cittadini negli USA. Un ordine esecutivo, come segnala il Washington Post, che fu preceduto da dichiarazioni  al vetriolo in una manifestazione a Minneapolis: “”un gran numero di rifugiati somali stanno entrando nel tuo stato a tua insaputa, senza il tuo sostegno o approvazione, e con alcuni di loro che si uniscono all’ISIS e diffondono le loro opinioni estremiste in tutto il nostro paese e in tutto il mondo” .

Ilhan Omar e Rashida Tlaib_AP

Ilhan Omar ha 36 anni, ne aveva 14 quando è arrivata dalla Somalia, nel pieno di una di quelle guerre civili che continuano a determinare le sorti di quel paese. Rifugiata in un campo profughi in Kenia, la sua storia e la sua elezione al Congresso rappresenta una grande riscossa: deputata del Minnesota, riconsegna allo statuto americano la dimensione multiculturale che il Trumpismo cerca di annientare… “Lo staff della nostra campagna, – ha affermato Ilhan Omar –  i nostri volontari e la gente del quinto distretto congressuale sono l’ispirazione di cui abbiamo bisogno per alzarci ogni giorno e lottare per una democrazia che garantisca una società più giusta ed equa“.

Rashida Tlaib invece è nata 42 anni fa a Detroit, da genitori palestinesi. Nella situazione arroventata, determinata dall’annientamento della “dottrina” Due territori due stati, che ha dato vita alla nuova posizione americana con il trasferimento dell’ambasciata a stelle e strisce a Gerusalemme, l’elezione di una palestinese al Congresso è un piccolo segno del fallimento della cultura politica che vuole affermare l’inquilino della Casa Bianca.  Eletta deputata del Michigan: “Sono una donna orgogliosa di essere musulmana e noi ci dobbiamo opporre ad ogni tentativo di dividerci con politiche discriminatore (…) Dobbiamo rovesciare il muslim ban e riaffermare che ognuno e benvenuto in America“.

Per rifondare il welfare americano

La candidata al Congresso di New York, Alexandria Ocasio-Cortez_ partecipa a una riunione del municipio _Patrick Semansky_AP PhotoAlexandria Ocasio-Cortez, è il personaggio che meglio simboleggia la rivoluzione che la Camera dei rappresentati ha subito con la nuova tornata elettorale. Cresciuta direttamente sotto l’ala protettiva di Sanders, rieletto senatore del Vermont, la ventinovenne del Bronx ha battuto il settantenne Anthony Pappas con il 78% dei voti. E’ una vera radicale Alexandra, nel segno dell’anti-neoliberismo. La sua storia del resto è storia di riscatto sociale data la sua giovinezza passata tra le scuole pubbliche e i lavori usuranti per pagarsi l’Università. I suoi punti forti sono la cittadinanza agli irregolari ed il salario minimo, idee programmatiche tipiche di un paese a forte welfare.

Nel segno delle riserve indiane d’America

La vicenda di “Standing Rock Sioux Tribe”, la riserva dei nativi americani, diventata campo di protesta per la costruzione del “Dakota Access Pipeline”, l’oleodotto di circa duemila chilometri che dal North Dakota si spinge fino al Texas, è la rappresentazione di come la situazione delle riserve indiane ancora oggi sia oggetto di speculazioni e aggressione ai diritti dei nativi. Tra le decine di candidati dei popoli nativi d’America, in questa tornata di Midterm due donne sono riuscite a entrare al Congresso.

Deb Haaland e Sharice Davids _AP Photo

Sharice Davids, 39 anni, avvocato di professione, omosessuale dichiarata, ha fatto una campagna sui diritti della comunità Lgbt. Ma la Davids è anche membro della nazione Ho-Chunk i cui territori coprono quattro stati: Wisconsin, Minnesota, Iowa e Illinois. Eletta deputata del Kansas, ma originaria del Wisconsin,  così si è presentata agli elettori americani nel suo sito personale: “Sono scoraggiata dal modo in cui il nostro distretto è stato rappresentato al Congresso. Ci meritiamo una voce che rappresenti i nostri valori e interessi (…) Come figlia di una madre single, veterana dell’esercito, conosco l’importanza della determinazione e del servizio al paese. Come donna e nativa americana, so come combattere per l’equità. Come consulente economico e avvocato, so come costruire il consenso e fare le cose. Per favore unisciti a me per condividere la nostra visione di opportunità, equità e azione verso il Terzo Distretto…”

Deb Haaland ha 57 anni, eletta nel New Mexico, ha battuto la repubblicana Janice Arnold-Jones e il l’indipendente  Lloyd Princeton. E’ di etnia laguna pueblo, discendente dei nativi che abitavano i territori di Ariziona e New Mexico. I suoi temi sono legati ai cambiamenti climatici, l’eguaglianza dei redditi e l’assistenza sanitaria universale. In una intervista al network ABC ha dichiarato: “In 230 anni, non c’è mai stata una donna nativa americana al Congresso, non mi sono mai vista in quel corpo del nostro sistema”.

Un afroamericana nel seggio di JFK

Ayanna Pressley indica i suoi sostenitori dopo aver vinto le primarie democratiche nel Massachusetts _Brian Snyder_ ReutersSi chiama Ayanna Pressley ed è la prima donna afroamericana a sedere alla Camera dei rappresentanti. Non si identifica con il radicalismo socialista di Sanders, ma piuttosto con la tradizione delle battaglie sui diritti civili sia degli afroamericani che delle donne. Il suo cruccio è quello di dare voce alla maggioranza delle persone che vivono nel suo distretto. Così dichiarava, alla testata CNBC, nel pieno della campagna elettorale: “Ascolta, non sto dicendo di votare per me perché sono una donna di colore, ma non farò finta che la rappresentanza non abbia importanza, è importante (…) Questo distretto ha il 57 percento di persone di colore e quasi il 40 percento di famiglie con una sola femmina, il distretto è cambiato”.

FONTI: Al Jazeera, Detroit Free Press, Blasting News, Washington Post, CNBC

CREDITS: AP, AFP, Getty Image

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