Il disastro umanitario dello Yemen si sta consumando nel silenzio dell’occidente che tramite gli Stati Uniti partecipa al conflitto per procura accanto all’Arabia Saudita e contro l’Iran, mentre dall’Italia partono gli aerei da combattimento per gli amici sauditi
di Marco Marano
Bologna, 13 gennaio 2017 – Nell’altro “piccolo conflitto bellico” mediorientale per procura, dopo la Siria, la tragedia continua nell’assoluto silenzio del mondo occidentale. Ogni giorno in questa sanguinaria guerra civile, oltre ai “guerrieri” delle due diverse fazioni, cioè l’esercito governativo appoggiato dalle bombe dell’Arabia Saudita e i ribelli sciiti Houthi sostenuti dall’apparato militare dell’Iran, muoiono anche civili: uomini, donne e bambini. Le forze sciite sono fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh, mentre dall’altra parte vi sono i governativi dell’attuale presidente sunnita Abdo Rabbo Mansour Hadi, che oltre ad essere supportato dall’aviazione araba ha in suo sostegno gli Stati Uniti.
Negli ultimi giorni il fronte governativo “sunnita/occidentale” ha lanciato un’offensiva lungo la zona costiera, dove sono morte 55 persone: soldati sciiti e probabilmente civili. La città di Dhubab è un punto strategico poiché collega il Mar Rosso all’Oceano Indiano. Ma al di là della situazione tattica sul campo questa ha tutto l’aspetto di una guerra senza fine, che difficilmente qualcuno riuscirà a vincere. E a nessuno dei contendenti sembra importagli di continuare a martoriare il proprio popolo, anche perché i due veri contendenti sono l’Arabia Saudita e l’Iran, e finché essi non troveranno un accordo, che allo stato attuale sembra impossibile, in questo paese non ci sarà pace.
La guerra iniziata nel marzo 2015 fino ad adesso ha un bilancio impietoso. Sono state uccise circa 7.500 persone, mentre 39.000 sono rimaste ferite. Due milioni di profughi in giro nelle vicine regioni. Le bombe saudite come gli attacchi sciiti non fanno differenza nel distruggere ospedali, come quelli di Medici Senza Frontiere o scuole. Due giorni fa un bambino è stato ucciso e altri quattro sono stati feriti in due attacchi vicino alla scuola al-Falah, nel distretto di Nihm, appena fuori dalla capitale Sana’a”. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite fino adesso sono morti 14000 bambini e 2140 feriti. Ormai di scuole non ce ne sono quasi più e quelle rimaste servono da rifugio per i civili.
Scarseggiano gli alimenti che vengono razionati, non esistono più acqua ed elettricità, bracieri e lampade al petrolio le sostituiscono. Niente servizi pubblici o sanitari. La gente muore oltre che per la guerra anche per le carestie. Mancano i farmaci e vi è stata l’esplosione di una epidemia di colera che non può essere contrastata. Intanto gli aerei da combattimento che decollano dall’Arabia Saudita vengono venduti dai paesi occidentali amici, con in testa l’Italia.