Jacques Bonhomme, racconto di un pomeriggio del ’77

dal ’77 al ‘17

di Renato Amata

Piazza Verdi, esterno, pomeriggio di gennaio nel ’77. La piazza è movimentata, la maggior parte della gente staziona davanti le serrande del “bunker” e del C.P.S. Dentro si prepara la manifestazione contro le denunce per le autoriduzioni. Fuori, appoggiati alle colonne di Pomodoro e sui fittoni, in parecchi stanno a parlare, ridere, fumare, qualcuno ha una chitarra in mano, altri accompagnano con i bonghetti.

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Mauro rivolgendosi a Lanterna“Vediamo se oggi si riesce a fare una riunione decisiva, mi sono rotto di tutti quei perditempo che fan un caz!”

Lanterna“Si dai stavolta, se qualcuno limita lo sfumazzo, forse combiniamo qualcosa da buoni, entriamo va !”

C.P.S., interno. Sta parlando Ernesto ma la coltre di fumo, un misto di libano giallo e afghano, non lascia dubbi.

Ernesto“Compagni, questa volta dobbiamo rispondere ad uno degli attacchi repressivi più duri che si sono mai visti a Bologna, neanche durante le occupazioni del ’68 si era arrivati a tanto. I compagni che sono stai denunciati per la autoriduzioni nei cinema e nei ristoranti vanno difesi col massimo della mobilitazione !”

Si alza un brusio, alcune voci si accavallano“Macché 68, a Bologna facevate un caz….seee ora tocca difender dei fricchettoni che vogliono il cinema a gratis….maffanculo operaista del cazzo, queste sono le lotte da fare. Vogliamo tutto anche il divertimento, anzi adesso ci autoriduciamo le stecche di sabbione che propini a tutta la piazza, stronzo!”

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Ernesto“Compagni smettetela! La questione é molto seria, i compagni denunciati sono le avanguardie del movimento dei non-garantiti. Vi chiedo di trovare insieme delle forme di lotta che mettano in risalto la nostra forte incazzatura.”

L’agitazione cessa, Mauro e Lanterna si scambiano un’occhiata, dopo qualche istante Lanterna si alza e va a mettersi vicino l’uscita.

Lanterna“Intanto direi di agevolare il ricambio d’aria, qua comincia a puzzare. E poi vorrei capire se esiste ancora un minimo di solidarietà, perché se devo andare in piazza a prendere mazzate al posto di pretesi rivoluzionari che si nascondono dietro tanti discorsi e sono i primi a scappare, è meglio saperlo prima.”

Mauro“Compagni, la faccenda delle denunce è la dimostrazione che Bologna è ormai il teatro di uno scontro che vede i riformisti del Pci come un vero strumento della repressione borghese. Facciamogli capire che non abbasseremo la testa e che nessuna mediazione è possibile.”

Altro vociare, la situazione si fa caotica.

Interviene di nuovo Ernesto“Forse è meglio ricordare perché abbiamo fondato il Collettivo Jacquerìe, anzi non credo ce ne sia il bisogno, chi non vuole venire può starsene a casa o in sede a stilare comunicati.”

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L’uscita di Ernesto spiazza parecchie persone, seguono lunghi attimi di silenzio fino a che dal fondo della stanza si sente qualcuno….da prima come un mormorio poi in crescendo: “Jacques, Jacques, Jacquerie!” Sono quei due scemi di Spadino e Giancarlo, hanno il potere di spezzare la grande tensione che si era creata, sono fattissimi e si credono già in corteo, dentro le file serrate.

Lanterna“Io avrei una proposta. Potrà sembrare troppo ‘immaginifica’ ma lasciatemi fare una considerazione. Stare in piazza organizzati è ormai diventato una sorta di liturgia: noi e loro a fronteggiarci, in file o cordoni, come volete… Le solite trattative poi un ‘piffero’ con la fascia e uno con la tromba danno il via. Ma provate ad immaginare, fotografate i momenti, cosa distingue un corteo per l’occupazione di case o per la scuola o qualsiasi altro motivo vi viene in mente…? finiscono per somigliarsi tutti. File indistinte, fazzoletti tirati su e caschi. Questo, forse, poteva andare bene prima, ora non più! Ora è il momento di lasciare lo spazio a nuovi soggetti e alla creatività, alla rabbia che esprimono, anche con forme eterodosse di partecipazione. Se questo è condiviso credo di poter suggerire alcune soluzioni ‘pratiche’.

Mauro“La cosa più importante è fare capire che siamo incazzati”.

Spadino“Si incazzati ma anche un po’ affamati, andiamo al ristorante senza pagare!”

Ernesto“L’obiettivo è, intanto, quello di bloccare le denunce, non dobbiamo lasciare passare l’idea che le autoriduzioni sono fatte da pochi isolati, e l’intera sinistra rivoluzionaria che deve assumere come proprie queste forme di lotta. Il corteo deve essere “creativo” ma organizzato. Ogni singolo gruppo deve dimostrare di sapersi strutturare in autodifesa militante.”

Beppe“Ci saranno tutti i collettivi di Bologna, non credo che dalle fabbriche venga un supporto decisivo, anche i partiti sono alla frutta, dopo il congresso di Rimini Lc ha finito di formare il gruppo più numeroso eppure i compagni sono ancora tutti presenti, ma per il corteo non rischiamo di arrivarci troppo frammentati?”

Lanterna“No,no. Sappiamo che i compagni dell’autonomia formeranno uno spezzone compatto che sfilerà dietro un solo striscione, poi ci sono quelli della radio e del Dams che stanno organizzando dei momenti di teatro informazione, insieme agli altri, diciamo non inquadrati, che sicuramente andranno in lungo e in largo durante il percorso. A noi non resta che interpretare il primo impatto, quello che si nota subito. Per questo propongo di abbandonare l’abituale formazione a cordoni, quella estremamente difensiva, utile solo a prendere le botte al minimo. Per dimostrare più forza del solito dobbiamo cambiare atteggiamento, propongo di adottare una formazione di natura strategica, che renda chiaro a tutti che ormai la lotta all’interno di uno scenario urbano è più vantaggiosa se fatta in piccoli gruppi ben organizzati e diretti. Per questa manifestazione basterà solo dimostrare questo tipo di capacità, in un certo senso faremo del teatro anche noi.”

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Beppe“Fare teatro? Ma così la gente, persino i compagni, non capiranno. Dobbiamo chiedere la solidarietà di tutte le forze politiche e qui si parla di teatro.”

Lanterna“Senti che tipo di teatro. I primi 50 compagni, tutti con la 36 extralunga e gli stalini, dietro lo striscione di testa non fungeranno da classico s.d.o. all’operaia ma saranno disposti in doppie file separate in avanzamento.”

La gente rumoreggia..”Eh?..che cazzo vor dì?”

Lanterna“Come facevano i legionari romani prima di posizionare la ‘testuggine’, pronti ad eseguirla. Sarà sufficiente a chiarire il messaggio e a tenere a bada le provocazioni, ne sono convinto. Forse, tra qualche anno, ci verrà da sorridere ma ricorderemo bene questa giornata.”

Piazza Verdi, esterno nei pressi del Piccolo Bar. Si sentono delle urla di entusiasmo, qualche applauso, provenire dal C.P.S. Eros e Pecos stanno parlottando, non si accorgono di due personaggi vicini, uno vestito come appena tornato dall’India, l’altro con un cappello da cowboy, jeans e stivali camperos originali.

L’uno“Che ci hai 100 lire?

L’altro“Lo stronzo che sei. Se non la smetti di fumare, scroccandolo a questi pervertiti, ti faccio rapporto!”

L’uno“Ma… ispettore….”

L’altro“Zitto demente di un sardo, vuoi finire a pulire i cessi per tutta la ferma di carabiniere volontario? Se mi fai scoprire vedi!…Che lavoro di merda, per uno stipendio di merda ci fanno stare qua dei giorni solo per sentire questi fighetti che parlano di passera e di viaggi, ma almeno loro scopano, noi a farci le seghe….tempo perso, stì studentelli poi sono innocui, basta una querela per tenerli buoni.”

Credits Enrico Scuro

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