Tratto da Blasting News
di Marco Marano
Nel corteo di auto viaggiavano anche alti funzionari del governo. Tutti illesi.
Bologna, 20 febbraio 2017 – La notizia fatta circolare da al-Jazeera è stata confermata dal Governo di Accordo Nazionale. Il convoglio presidenziale mentre si trovava nei pressi del quartiere di Tripoli denominato Abu Slim, si è trovato sotto un fuoco nemico. Insieme a Fayez al-Sarraj c’erano due tra i più alti funzionari del governo: Abdurrahman Swehli, capo del Consiglio di Stato, e Najmi al-Nakou, responsabile della sicurezza. Un portavoce del governo ha dichiarato che solo due degli agenti di scorta sono rimasti feriti, spiegando che si è potuto scongiurare il peggio anche grazie al fatto che le vetture dentro le quali viaggiavano gli alti funzionari del governo erano blindate.
Il caos della situazione libica
Proprio la scorsa settimana al Cairo al-Sarraj si doveva incontrare con il generale Haftar, l’altro leader libico del governo parallelo che risponde al parlamento di Tobruk. Un incontro finalizzato a normalizzare i rapporti nel caos della situazione libica, dove guerreggiano due governi: il primo quello che ha sede a Tripoli, appoggiato dalle Nazioni Unite e quindi dai governi occidentali, l’altro, capeggiato dal generale ribelle, è sostenuto dalla Russia. L’incontro non andò a buon fine dato il rifiuto, all’ultimo momento, di negoziare da parte di Haftar prima di chiarire il suo ruolo come capo delle forze armate di un ipotetico governo unitario.
Un paese senza regole
La necessità di una tregua tra i due fronti è stata auspicata da tutte le diplomazie, anche perché è estremamente chiaro che al-Sarraj non controlla pienamente neanche quel pezzo di #libia e di capitale dove ha presa il suo governo. A riprova di questo si può ricordare il tentativo di attentato all’ambasciata italiana a Tripoli, sventato dalle forze di sicurezza. Anche perché il conflitto con l’Isis è solo uno degli elementi che rende il paese senza regole, data la costellazione di gruppi tribali che rappresentano un aspetto fondamentale dell’instabilità, nel contesto poi degli interessi dei vari paesi sul controllo delle risorse naturali. Anche per questo non si capisce a cosa porterà il patto di collaborazione tra Italia e Libia sui migranti, se la sicurezza non è scontata neanche per il capo del governo… #al-Sarrāj