di Marco Marano
Il principale partner militare e commerciale delle “democrazie occidentali”, le stesse che stanno appoggiando il golpe in Venezuela, in nome della libertà, secondo le Nazioni Unite, ha costruito un sistema legislativo finalizzato brutalmente a soffocare il dissenso.
Bologna, 5 marzo 2019 – Si è tenuto ieri a Ginevra, a margine del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, il Panel intitolato “Arabia Saudita – Tempo per la responsabilità”. E’ in questa sede che sul principale alleato dell’Unione Europea e degli Stati Uniti, ma non solo, anche di Israele come della Turchia, è stato tolto il velo di ipocrisia, che determina dove e quando sia legittimo oltrepassare “la linea rossa”, laddove diritti umani, democrazia e libertà vengano messi in discussione.
Così, all’interno del consesso internazionale, è stata sottoposta alla lente d’ingrandimento quella definita “legislazione anti-terrorismo”, attraverso cui diventa possibile in Arabia Saudita arrestare, torturare, stuprare chiunque si dissoci dal sistema sociale di tipo medievale esistente. Questo perché la suddetta legislazione è stata definita “inaccettabilmente ampia e vaga”, al punto che diventa possibile qualsiasi nefandezza…
L’antiterrorismo per torturare le donne
I relatori del panel hanno segnalato alcuni aspetti inquietanti che vengono ignorati dai paesi cosiddetti democratici, poiché questo sistema legislativo definito “anti-terrorista” è in realtà finalizzato a limitare l’azione di figure religiose, scrittori, giornalisti, accademici, attivisti dei diritti umani e civili, tutti ovviamente presi di mira dal potere feudale saudita. Come il giornalista Jamal Khashoggi, principale accusatore del regime guidato dal principe ereditario Mohammed, attirato nell’ambasciata di Istambul e lì fatto a pezzi per farlo entrare in una valigia…
E che dire della questione femminile? Tutte le donne che si sono battute pubblicamente per la difesa dei loro diritti, dal guidare un auto in poi, sono state arrestate e imprigionate in luoghi nascosti. A tal proposito c’è lo spregiudicato uso della tortura: “elettrocuzione, fustigazione, frustate sulle cosce, violenza sessuale, nei confronti di donne sostenitrici dei diritti, che vengono spogliate, fotografate nude alcune ammanettate, altre bendate.”
Chi tocca il petrolio muore
Quello che contestano i relatori dell’ONU è che l’Arabia Saudita, si tiene assolutamente al di fuori della “legalità internazionale” violando i trattati che garantiscono la libertà di parola.
Un tema caldo questo nel momento in cui i paesi europei stanno appoggiando l’invasione americana in Venezuela, il cui leader Maduro è diventato il simbolo di un potere che non garantisce la libertà.
Non ci vuole tanto a comprendere che chi tocca il petrolio garantito all’occidente si trasforma in dittatore, mentre autocrati feudali come Il principe ereditario Mohammed o il presidente golpista dell’Egitto Al Sisi, che gestisce uno dei regimi più brutali del mondo, vengono osannati come partner affidabili, che garantiscono stabilità: ed è proprio questa la fotografia del nostro tempo.
FONTE: Al Jazeera, onuitalia.com
Foto in evidenza: MANDEL NGAN_AFP_Getty Images
Credits: Reuters